La lotta eterna fra GeoBlocking ed Unione Europea

Il GeoBlocking è un termine strano, sopratutto in questi anni di continuo movimento e nell’ottica espansiva del liberismo digitale. Esso consiste, detto in parole povere, nel bloccare il tentativo di accedere ad un catalogo e a cui siamo iscritti nel nostro paese non appena superiamo i confini nazionali, permettendoci invece di usare i soli contenuti disponibili nel paese terzo.

Quello che molti non sanno è che l’Unione Europea ha dato battaglia per porre fine a questa limitazione per dare spazio ad un mercato unico digitale.

Qual’è la situazione attuale?

Come si evince da Wired, nel 2016 è stata condotta una ricerca da parte di Gfk. L’analisi ha rivelato che su 72 ecommerce analizzati solo uno su tre consente al cliente di comprare qualcosa da un altro paese dell’Unione, e che questa forma di blocco è praticata molto di più su beni fisici rispetto ai servizi digitali. In conclusione il processo di blocco avviene più frequentemente tramite re-indirizzamenti verso i negozi nazionali, negando l’accesso al momento della registrazioni attraverso la validazione dei dati anagrafici o di pagamento, e al momento dell’acquisto dell’ordine scelto.

Qualche esempio concreto:

  • Apple non consente l’acquisto dei suoi prodotti oltre confine: se proviamo a comprare un iPad da uno store francese (apple.fr) ci verrà specificato che la spedizione avverrà soltanto all’interno dei confini francesi.
  • Amazon non permette a tutti i prodotti di essere spediti in tutta Europa

La situazione iniziale

Dopo svariate trattative, il 13 Dicembre 2017 sembrerebbe che un accordo sia finalmente arrivato.

Venne rilasciata una nota stampa dal vice presidente Andrus Ansip (il responsabile per il Digital Single Market) che fece apparire il caso come risolto

 “Questa è una grande notizia per i consumatori. Con le nuove regole, gli Europei potranno scegliere da quale sito fare acquisti senza essere bloccati o re-indirizzati. Questo diventerà realtà entro il Natale del prossimo anno”.

da Dicembre 2018 sarebbe quindi entrato in vigore il nuovo regolamento per consentire, in sostanza, ai consumatori europei di acquistare liberamente nello stesso modo in cui comprano il souvenir in vacanza per gli amici.

Lo stallo: i servizi multimediali

C’è un ma. Il GeoBlocking ucciso dall’Unione Europea non è quello dei servizi multimediali, per quello bisogna ancora attendere.

Tramite un mandato di negoziale accordato il 18 Dicembre l’UE sostanzialmente conferma, almeno per il momento di voler confermare le attuali limitazioni geografiche per lo streaming di contenuti trasmessi da broadcaster o operatori via etere.

Questa la dichiarazione del precedentemente citato Andrus Ansip

“Il voto odierno è una delusione per la gente, i creatori e la diversità culturale, sembra di essere ancora nel XX secolo”

la portabilità futura degli abbonamenti è garantita e certa, però al momento essi rimangono “regional-locked”.

la strada da fare…

è ancora molta. La commissione europea, in linea con i principi comunitari, ha in programma nuove norme ad esempio per gli investimenti nel 5g entro il 2025, una nuova leggi per la tutela dei dati personali e molto altro ancora.

Per ora, bisogna attendere.

 

 

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Scritto da Massimiliano Formentin

Sono sempre stato un appassionato di tecnologia, il mio scopo con PcGenius è condividere questa mia curiosità con il mondo intero. Nella vita faccio anche altro: suono il pianoforte e mi occupo di web.