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Guida all’acquisto: Monitor

daMassimiliano Formentin
9 anni fa
in Guida all'acquisto
Tempo di lettura: 14 minuti di lettura
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Home | Guida all'acquisto | Guida all’acquisto: Monitor

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Hai deciso di comprare un nuovo monitor per i computer? Bene, se stai leggendo questo articolo però vuol dire che vuoi capire come fare un acquisto consapevole, che hai le idee un po’ confuse, oppure che hai capito tutto quanto, ma vuoi vedere se per strada ti sei perso qualcosa. Non preoccuparti, i monitor per pc per noi non hanno segreti.

Disclaimer

I consigli contenuti in questo articolo sono da ritenersi personali dell’autore e sono soggettivi, i pareri possono cambiare da persona a persona e possono variare da vari fattori come il tipo di utilizzo e l’uso che se ne intende fare.

PcGenius e l’autore si ritengono non responsabili per qualsiasi tipo di azione derivanti dall’uso scorretto e inappropriato di questo articolo, come scritto nel disclaimer generale

Indice

Toggle
  • É davvero importante scegliere un buon monitor?
    • Quali sono le caratteristiche tecniche da considerare?
      • La Risoluzione
    • Potrebbero interessarti anche
    • Domotica LowCost: ne vale la pena? Prodotti SwitchBot!
    • AirTags e SmartTag: l’evoluzione dei tracker è arrivata
    • Quale iPhone conviene comprare oggi (e perché)[Edizione di Metà 2021]
      • Il tipo di Pannello
      • Il tempo di risposta
      • La frequenza di aggiornamento
      • Gli ingressi Video
      • Le funzionalità extra
    • Quale monitor comprare
      • Per la casa e l’ufficio
      • Per chi guarda film
      • Per i grafici
      • Per chi gioca

É davvero importante scegliere un buon monitor?

Banalmente, la risposta è un convinto sì. Dietro ad un monitor possono esserci moltissime persone e ognuna di loro, probabilmente, ha bisogno di una soluzione che venga cucita loro addosso.

Chi lavora in ufficio non ha bisogno di particolari ed estremamente esigenti funzioni, chi si occupa di grafica tiene molto alla fedeltà del colore, chi gioca vuole tempi di latenza estremamente ridotti, chi programma invece oltre ad avere la possibilità di ruotare lo schermo per ispezionare meglio il codice o di suddividere le finestre, senza compromessi di spazio, sullo stesso o su più monitor.

A casa, come in ufficio, in realtà potremmo contare su delle tecnologie che vadano a ridurre l’affaticamento della vista, una buona interoperabilità con le interfacce del nostro computer ed una buona qualità visiva.

In base al tuo utilizzo, quindi, dovrai prendere decisioni differenti.

Quali sono le caratteristiche tecniche da considerare?

Non sono moltissime le cose a cui stare attenti ma quelle poche che ci sono bisogna conoscerle relativamente bene. Questi fattori, senza inutili giri di parole sono:

  • la risoluzione
  • il tipo di pannello
  • il tempo di risposta
  • la frequenza di aggiornamento
  • gli ingressi video
  • funzioni extra (come ad esempio:)
    • la possibilità di fissare il monitor al muro
    • la possibilità di regolare lo schermo
    • la presenza di porte usb
    • la presenza di casse incorporate nel monitor
    • una modalità per evitare l’affaticamento dell’occhio

La Risoluzione

Quando parliamo di risoluzione parliamo di Pixel. Un pixel è la più piccola parte, come unità di misura, da considerare come visione dello schermo. La misura è espressa in larghezza ed in altezza, in base a questo possiamo capire che un maggior numero di pixel su una stessa superficie sta a significare una miglior qualità di visione.

Sono quattro, anche se in realtà potremmo scendere a tre, le risoluzioni da tenere a mente:

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  • Full HD
  • WQHD
  • 4K
  • 8K

La risoluzione che ormai è diventata pressoché non standard minimo su quasi tutti i tipi di monitor è il Full HD, corrisponde ad un 1920×1080 e al nome commerciale di “Alta Definizione”. I formati sono due, il 1080i e 1080p. Delle due è meglio la prima, dove la i indica un sistema che aggiunge pixel a quelli già presenti per migliorare la qualità finale di visione.

La risoluzione per chi vuole spazio extra è il WQHD, viene chiamata 2K dato che corrisponde a 2048×1080, il problema in questo caso è l’assenza di applicazioni reali a questo tipo di formato. Nel senso che ad esempio dei film possono passare auspicabilmente ad un finto 4K o si fermano, malauguratamente parlando, ad un FullHD. Il vantaggio è il maggior spazio, utile per il multitasking.

Infine troviamo il 4K, la risoluzione in questo caso è una 3840×2160 chiamata banalmente Ultra HD come evoluzione della precedente tecnologia Full HD. Se prima i pixel totali erano 2.073.600, ora sono 8.294.000, ovvero 4 volte tanto. Un vero salto generazionale al quale finalmente, dopo anni di messa in commercio di monitor di questo tipo, siamo quasi pronti con giochi e contenuti multimediali in grado di farne un buon uso.

Delle quattro risoluzioni elencate, la meno interessante è la 8K. É vero che a lungo andare essa diverrà il nuovo standard del settore ma al momento rimane solo un possibile investimento per i tempi futuri. Parliamo di uno schermo da 7680×4320 pixel che però non può assolutamente contare su contenuti in grado di sfruttare a pieno la tecnologia presente. Al momento quindi, è tempo sprecato e soldi buttati (quasi) al vento. Sicuramente considerando il tempo di vita medio di un monitor e della sua inflazione sui prezzi commerciali.

Il tipo di Pannello

Possiamo optare per due tipi di pannello: gli schermi a cristalli liquidi, detti LCD e gli schermi basati su una serie di diodi emettitori di luce come pixel si chiama LED. In realtà sono tutti schermi LDC, sono che quelli LED sono retroilluminato. In base alla quantità di informazioni che il dispositivo può elaborare parliamo di profondità di colore a 6, 8 o 10 bit.

In base a come sono disposti i cristalli liquidi e alla loro polarizzazione possiamo distinguere in quattro sottocategorie i pannelli LCD:

  • Twisted Nematic (TN)
  • In-Plane Switching (IPS)
  • Multi-domain Vertical Alignment (MVA) 
  • Patterned Vertical Alignment (PVA)

I primi sono i monitor TN, non in elenco ma in ordine di “scoperta”, si basano infatti sul fatto che polarizzando in un determinato modo i cristalli liquidi è possibile ottenere una diversa colorazione.

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Il pannello non va bene a coloro che cercano fedeltà cromatica proprio per la polarizzazione che fa apparire spenti i vari colori a schermo. Negli anni questo inconveniente è quasi del tutto stato superato.

I monitor TN rimangono la prima scelta per i videogiocatori più incalliti che possono contare su una frequenza di aggiornamento di addirittura 480 Hz.

La grande rivoluzione dei monitor ed in ordine temporale, l’ultima novità dei pannelli LCD, è la tecnologia IPS. Ora i pannelli sono sempre paralleli alla superficie, a ruotare sono i vari moduli nel “mezzo del display”. La fedeltà cromatica è senza eguali ma la reattività diventa molto più lenta.

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Anche qui, nel corso degli anni, è stato fatto molto tant’è che ora per un videogiocatore è possibile dotarsi anche di monitor IPS rispetto ai precedenti TN per giocare ma frequenze molto ridotte, parliamo di circa 120-144 Hz. Gli schermi IPS invece dovrebbero essere, al netto di valide alternative, la prima scelta per i grafici.

Esistono più tipi di pannelli IPS, specializzazioni dei diversi produttori di componenti: AH-IPS di LG, PLS di Samsung e gli AHVA di AU Optronics.

L’ultima categoria riguarda i monitor con componenti ad allineamento verticale VA: ne esistono di due tipo, i Multi-domain Vertical Alignment (MVA) prodotti principalmente da Fujitsu e Patterned Vertical Alignment (PVA) prodotti da Samsung.

Non c’è molto da dire sui display MVA, se non il fatto che erano un tentativo di soluzione degli attuali contro degli schermi TN. La vera rivoluzione arrivò con i PVA di Samsung che sono spesso considerati un tipo di monitor a se stante in grado di permettere la curvatura dei display.

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I moduli nel mezzo del display potendo ruotare su più dimensioni possono quindi agire in modo differente rispetto al passato offrendo appunti alcuni vantaggi, come il contrasto statico. Come gli IPS, questi schermi soffrono di un alto input lag e tempo di risposta non molto al top. Come qualità dell’immagine invece i VA si pazziano secondi: prima dei TN ma dopo gli IPS.

Il tempo di risposta

Un’altro fattore molto importante riguarda il tempo di risposta. Più è basso, più il monitor è reattivo. Da non confondere con la frequenza di aggiornamento, che si misura in Hz e non in millisecondi. Un monitor con una cattivo tempo di risposta può portare ad imperfezioni visive al cosiddetto “ghosting”. Questo elemento è fondamentale per i video-giocatori, meno importante per tutti gli altri utenti.

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Nelle schede tecniche da qualche tempo dovremmo trovare la misura espressa in millisecondi in due diverse scale: GtG Gray to Gray e BtB Black to Black, quindi sono i tempi in cui il monitor riesce ad “aggiornarsi” su due tipi di colore corrispondente, il nero e il grigio.

Un buon monitor da gaming dovrebbe limitarsi al più a 2 o 3 millisecondi. Per un uso tradizionale potrebbe bastarci un dispositivo che non supera i 5 o gli 8 millisecondi.

Si parla quindi di tempo di aggiornamento perché riguarda le informazioni elaborate dal display, e non c’entra con la capacità del monitor di mostrare informazioni aggiornate nel minor tempo possibile dato che questo valore fa parte della frequenza di aggiornamento.

La frequenza di aggiornamento

La frequenza di aggiornamento è la capacità del monitor di mostrare informazioni aggiornate nel minor tempo possibile. Si misura in Hz e prende il secondo come valore di riferimento: 60HZ sono 60 frame differenti mostrati nell’arco di un un secondo.

Uno schermo ad alta frequenza può raggiungere valori doppi a quelli citati fino ad ora, o anche di più. Uno smartphone di nuova generazione di solito può contare su display a 120 o 144 Hz, i monitor TN per computer possono arrivare ai 480 Hz.

Una delle note da sottolineare è la differenza tra gli FPS (frame per secondo) che dipendono dalla scheda video dai Hz che sono appunto i frame aggiornabili al secondo.

Forse avrete sentito parlare della tecnologia V-Sync, sfatiamo un mito: non serve a far andare più veloce il monitor ma a sincronizzare gli Hz agli Fps renderizzati (e quindi elaborati) dalla scheda grafica. Tecnicamente quindi stiamo rallentando il monitor per farlo andare al passo del computer, e non il contrario.

Inutile dire che gli Hz e gli FPS sono cose da gamers. Certo, sono valori utili anche a chi guarda film o lavora con le animazioni ma di solito queste ultime categorie possono tranquillamente fermarsi alla tecnologia IPS senza bisogno di “retrocedere” al TN.

Gli ingressi Video

Ok abbiamo visto come valutare un monitor per quello che ha dentro di sé e per il modo in cui appare, ma senza collegamento video ad un computer o ad una console è piuttosto inutile. Gli ingressi video sono molteplici ma dobbiamo strettamente concentrarci sulle tecnologie che consentono di ottenere le risoluzioni video che abbiamo specificato ad inizio articolo. Quindi: FullHD, WQHD, 4k e se possibile 8k.

Gli ingressi video più importanti sono tre:

  • HDMI
  • DisplayPort
  • USB-C
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Cavo Usb-C
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Cavo HDMI
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Cavo Display Port

Dei tre ingressi video il cavo HDMI è il connettore più classico di tutti, ed infatti lo troviamo quasi ovunque. Bisogna stare attenti alla versione dell’interfaccia e del cavo per evitare eventuali strozzature: i dispositivi meno recenti sono probabilmente rimasti fermi all’HDMI Pre-2.0 che limitano il 4K a 30Hz. Con l’ultima versione, l’HDMI 2.1 è invece possibile arrivare all’8K a 120 HZ limitandosi alla risoluzione 10240×4320. Il cavo HDMI inoltre è tecnicamente in grado di portare con sé altre funzioni, come il supporto all’HDR, l’Enhanced Audio Return Channel (eARC) per inviare audio al monitor e il FreeSync di AMD.

Il Display Port (ora alla versione 1.4) è un po’ meno conosciuto, può operare sia con l’interfaccia dedicata (quella in foto) sia nelle specifiche del cavo usb-c. La sua larghezza di banda è di 32,4 Gbps, contro i 48 Gbps dell’HDMI, ma con una rapporto di compressione pari a 3:1, in grado di operare senza perdita di dati. Un’altra caratteristica interessante è che la DisplayPort può alimentare e gestire più schermi se combinata alle porte usb-c.

Infine possiamo contare su dei particolari cavi usb-c che sfruttano la tecnologia Thunderbolt ora giunta alla terza revisione per fornire supporto agli standard fin qui già citati, la Display Port nativa e il supporto all’HDMI diretto o tramite adattatore. La versatilità dell’usb-c sta nel avere un singolo cavo che in abbinata al Thunderbolt 3 può ricaricare fino a 100W i dispositivi, portare con rete, audio ed anche internet con larghezze di banda veramente mostruose.

Detta molto semplicemente, se possiamo e se sappiamo che i nostri dispositivi lo supportano allora è meglio optare per il collegamento usb-c. Dovendo scegliere tra le due porte / interfaccia DisplayPort o HDMI dobbiamo invece valutare cosa vogliamo e dobbiamo fare. Per giocare su PC è meglio l’HDMI, la DisplayPort è utile in questo senso se la porta è presente e se vogliamo sfruttare più display concatenandoli assieme. Per il resto, più o meno, le interfacce ora si equivalgono.

Le funzionalità extra

Le funzionalità extra sono quelle caratteristiche che se presenti ci migliorano la giornata. In questo elenco che praticamente solo citeremo troviamo:

  • la possibilità di regolare il monitor: utile per lavorare in modo ergonomico e per adattare il monitor alle nostre esigenze senza soluzioni astruse
  • la presenza di una tecnologia per evitare l’affaticamento della vista: Eye Care di Ben-Q, il True Tone di Apple e così via
  • la possibilità di fissare al muro il monitor: ovvero il supporto allo stand veda o similari, così da comprare un aggancio al muro e risparmiare spazio sullo stand che altrimenti sarebbe stato sulla scrivania
  • la presenza della porta usb-c / usb: permette al pc di effettuare, se può, il Power Delivery ed accedere alle porte usb nel monitor. Possiamo quindi risparmiare sull’hub di porte alimentando il monitor e di conseguenza il computer. Una soluzione elegante per chi non vuole cavi sulla scrivania.
  • la presenza di casse audio nel monitor: alcuni monitor integrano delle casse, un po’ come le televisioni ma non hanno la stessa efficacia. Nell’ottica di risparmiare spazio è sempre possibile rendere lo spazio di lavoro molto più minimale.

Quale monitor comprare

Per la casa e l’ufficio

Cosa deve avere: risoluzione Full HD o WQHD, regolabile in altezza, possibilmente IPS con presa HDMI. Opzionalmente le casse audio integrate o il supporto 4k.

Cosa ti consiglia PcGenius:

  • Acer B247Wbmiprzx: 24″ IPS WUXGA (1920×1200), Adaptive Sync, regolabile – 228€
  • Philips 243S7EHMB: 24″, Full HD, IPS, girevole, altezza regolabile – 151€
  • Dell P2415Q-C: 24″, 4K, 6ms, con DP – 380€

Per chi guarda film

Cosa deve avere: risoluzione 4K, molti pollici per vedere più in grade, supporto all’HDMI, refresh rate almeno 60 Hz

Cosa ti consiglia PcGenius:

  • BenQ EL2870U: 28″, 4K, con altoparlante, HDMI, HDRi – 310€
  • LG 27UL500: 27″, 4K, HDR10, 60Hz, HDMI, DP 1.4 – 299€
  • HP 27f Monitor 4K: 27″, 4K, 5ms, con DP, FreeSync – 365€

Per i grafici

Cosa deve avere: schermo IPS, 4K, profilo colore calibrato, con usb-c

Cosa ti consiglia PcGenius:

  • LG 27UL850: 4k, 27″ HDR 400, USB-C, 5ms – 457€
  • BenQ PD2500Q: WQHD, 25″, con porte usb-a, rotabile – 314€
  • Philips 272B7QUPBEB: 27″, Full HD, USB-C, supporto RJ45 – 365€

Per chi gioca

Cosa dovrebbe avere: schermo 4K, TN, con basso refresh rate, con 120-144 Hz, supporto all’HDMI 2.1 o equivalente in DisplayPort.

Cosa ti consiglia PcGenius:

  • AOC 27G2U/BK: Full HD, 27″, 144HZ, FreeSync – 222.99€
  • LG 27GL850: 4K, 27″, HDMI 2.0, DP 1.4, IPS, 1ms, 144Hz – 462€
  • LG 24GN53A: Full HD, 24″, TN 1ms, 144Hz, DP 1.2, HDMI – 160€
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Massimiliano Formentin

Massimiliano è un IT System Administrator con il pallino del blogging, scrivere è una delle due passioni. Nel tempo libero suona il pianoforte e fa volontariato ma spesso aiuta amici e parenti con lo SPID e cose simili. Si sta formando sull'applicazione delle normative in merito al trattamento dei dati personali nelle aziende e nei servizi digitali riguardo GDPR ma anche NIS2.

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