Hai deciso di comprare un nuovo monitor per i computer? Bene, se stai leggendo questo articolo però vuol dire che vuoi capire come fare un acquisto consapevole, che hai le idee un po’ confuse, oppure che hai capito tutto quanto, ma vuoi vedere se per strada ti sei perso qualcosa. Non preoccuparti, i monitor per pc per noi non hanno segreti.
Indice
É davvero importante scegliere un buon monitor?
Banalmente, la risposta è un convinto sì. Dietro ad un monitor possono esserci moltissime persone e ognuna di loro, probabilmente, ha bisogno di una soluzione che venga cucita loro addosso.
Chi lavora in ufficio non ha bisogno di particolari ed estremamente esigenti funzioni, chi si occupa di grafica tiene molto alla fedeltà del colore, chi gioca vuole tempi di latenza estremamente ridotti, chi programma invece oltre ad avere la possibilità di ruotare lo schermo per ispezionare meglio il codice o di suddividere le finestre, senza compromessi di spazio, sullo stesso o su più monitor.
A casa, come in ufficio, in realtà potremmo contare su delle tecnologie che vadano a ridurre l’affaticamento della vista, una buona interoperabilità con le interfacce del nostro computer ed una buona qualità visiva.
In base al tuo utilizzo, quindi, dovrai prendere decisioni differenti.
Quali sono le caratteristiche tecniche da considerare?
Non sono moltissime le cose a cui stare attenti ma quelle poche che ci sono bisogna conoscerle relativamente bene. Questi fattori, senza inutili giri di parole sono:
- la risoluzione
- il tipo di pannello
- il tempo di risposta
- la frequenza di aggiornamento
- gli ingressi video
- funzioni extra (come ad esempio:)
- la possibilità di fissare il monitor al muro
- la possibilità di regolare lo schermo
- la presenza di porte usb
- la presenza di casse incorporate nel monitor
- una modalità per evitare l’affaticamento dell’occhio
La Risoluzione
Quando parliamo di risoluzione parliamo di Pixel. Un pixel è la più piccola parte, come unità di misura, da considerare come visione dello schermo. La misura è espressa in larghezza ed in altezza, in base a questo possiamo capire che un maggior numero di pixel su una stessa superficie sta a significare una miglior qualità di visione.
Sono quattro, anche se in realtà potremmo scendere a tre, le risoluzioni da tenere a mente:
- Full HD
- WQHD
- 4K
- 8K
La risoluzione che ormai è diventata pressoché non standard minimo su quasi tutti i tipi di monitor è il Full HD, corrisponde ad un 1920×1080 e al nome commerciale di “Alta Definizione”. I formati sono due, il 1080i e 1080p. Delle due è meglio la prima, dove la i indica un sistema che aggiunge pixel a quelli già presenti per migliorare la qualità finale di visione.
La risoluzione per chi vuole spazio extra è il WQHD, viene chiamata 2K dato che corrisponde a 2048×1080, il problema in questo caso è l’assenza di applicazioni reali a questo tipo di formato. Nel senso che ad esempio dei film possono passare auspicabilmente ad un finto 4K o si fermano, malauguratamente parlando, ad un FullHD. Il vantaggio è il maggior spazio, utile per il multitasking.
Infine troviamo il 4K, la risoluzione in questo caso è una 3840×2160 chiamata banalmente Ultra HD come evoluzione della precedente tecnologia Full HD. Se prima i pixel totali erano 2.073.600, ora sono 8.294.000, ovvero 4 volte tanto. Un vero salto generazionale al quale finalmente, dopo anni di messa in commercio di monitor di questo tipo, siamo quasi pronti con giochi e contenuti multimediali in grado di farne un buon uso.
Delle quattro risoluzioni elencate, la meno interessante è la 8K. É vero che a lungo andare essa diverrà il nuovo standard del settore ma al momento rimane solo un possibile investimento per i tempi futuri. Parliamo di uno schermo da 7680×4320 pixel che però non può assolutamente contare su contenuti in grado di sfruttare a pieno la tecnologia presente. Al momento quindi, è tempo sprecato e soldi buttati (quasi) al vento. Sicuramente considerando il tempo di vita medio di un monitor e della sua inflazione sui prezzi commerciali.
Il tipo di Pannello
Possiamo optare per due tipi di pannello: gli schermi a cristalli liquidi, detti LCD e gli schermi basati su una serie di diodi emettitori di luce come pixel si chiama LED. In realtà sono tutti schermi LDC, sono che quelli LED sono retroilluminato. In base alla quantità di informazioni che il dispositivo può elaborare parliamo di profondità di colore a 6, 8 o 10 bit.
In base a come sono disposti i cristalli liquidi e alla loro polarizzazione possiamo distinguere in quattro sottocategorie i pannelli LCD:
- Twisted Nematic (TN)
- In-Plane Switching (IPS)
- Multi-domain Vertical Alignment (MVA)
- Patterned Vertical Alignment (PVA)
I primi sono i monitor TN, non in elenco ma in ordine di “scoperta”, si basano infatti sul fatto che polarizzando in un determinato modo i cristalli liquidi è possibile ottenere una diversa colorazione.

Il pannello non va bene a coloro che cercano fedeltà cromatica proprio per la polarizzazione che fa apparire spenti i vari colori a schermo. Negli anni questo inconveniente è quasi del tutto stato superato.
I monitor TN rimangono la prima scelta per i videogiocatori più incalliti che possono contare su una frequenza di aggiornamento di addirittura 480 Hz.
La grande rivoluzione dei monitor ed in ordine temporale, l’ultima novità dei pannelli LCD, è la tecnologia IPS. Ora i pannelli sono sempre paralleli alla superficie, a ruotare sono i vari moduli nel “mezzo del display”. La fedeltà cromatica è senza eguali ma la reattività diventa molto più lenta.

Anche qui, nel corso degli anni, è stato fatto molto tant’è che ora per un videogiocatore è possibile dotarsi anche di monitor IPS rispetto ai precedenti TN per giocare ma frequenze molto ridotte, parliamo di circa 120-144 Hz. Gli schermi IPS invece dovrebbero essere, al netto di valide alternative, la prima scelta per i grafici.
Esistono più tipi di pannelli IPS, specializzazioni dei diversi produttori di componenti: AH-IPS di LG, PLS di Samsung e gli AHVA di AU Optronics.
L’ultima categoria riguarda i monitor con componenti ad allineamento verticale VA: ne esistono di due tipo, i Multi-domain Vertical Alignment (MVA) prodotti principalmente da Fujitsu e Patterned Vertical Alignment (PVA) prodotti da Samsung.
Non c’è molto da dire sui display MVA, se non il fatto che erano un tentativo di soluzione degli attuali contro degli schermi TN. La vera rivoluzione arrivò con i PVA di Samsung che sono spesso considerati un tipo di monitor a se stante in grado di permettere la curvatura dei display.

I moduli nel mezzo del display potendo ruotare su più dimensioni possono quindi agire in modo differente rispetto al passato offrendo appunti alcuni vantaggi, come il contrasto statico. Come gli IPS, questi schermi soffrono di un alto input lag e tempo di risposta non molto al top. Come qualità dell’immagine invece i VA si pazziano secondi: prima dei TN ma dopo gli IPS.
Il tempo di risposta
Un’altro fattore molto importante riguarda il tempo di risposta. Più è basso, più il monitor è reattivo. Da non confondere con la frequenza di aggiornamento, che si misura in Hz e non in millisecondi. Un monitor con una cattivo tempo di risposta può portare ad imperfezioni visive al cosiddetto “ghosting”. Questo elemento è fondamentale per i video-giocatori, meno importante per tutti gli altri utenti.


Nelle schede tecniche da qualche tempo dovremmo trovare la misura espressa in millisecondi in due diverse scale: GtG Gray to Gray e BtB Black