L’8 Marzo, il grande giorno. D’ora in poi tutti gli emittenti nazionali trasmetteranno le proprie trasmissioni in MPEG-4 passando così ad un segnalare in grado di garantire connessioni più nitide e di qualità. Sta così proseguendo quella che sarà la nuova tv digitale italiana. Ma qual è il reale punto della situazione? É vero che sarà necessario buttare via la propria televisione non proprio recentissima?
Indice
Come mai questo cambio?
Il primo cambio tecnologico avvenne nel 2008 che vide gli italiani migrare da una trasmissione analogica dei canali televisivi a quello che oggi banalmente chiamiamo digitale terrestre.
La nuova rivoluzione, resasi necessaria per lo sgombero della frequenza 700hz che verrà successivamente utilizzata per le connessioni internet 5G, porterà una ventata di innovazione nelle case degli italiani: maggiore qualità (grazie ad una maggiore compressione), più spazio per permettere ad ulteriori canali di essere trasmessi contemporaneamente, l’utilizzo della tv ibrida tramite HBBTV e l’utilizzo di tecnologie recenti e moderne più flessibili e, si spera, a prova di futuro.
Questa migrazione verso la nuova tv digitale in realtà è già cominciata ed è stata rimandata molte volte. Per rimanere sempre al passo il consiglio è quello di seguire i decreti del Ministero dello Sviluppo Economico in tema, le pagine istituzionali ed approfondire l’argomento facendo del proprio meglio, un po’ come sempre del resto.
Quali sono le tempistiche?
Per effettuare tutte le modifiche previste, il MISE ha diffuso più decreti ministeriali che se ricostruiti correttamente daranno luogo alla spiegazione di cosa sta accadendo in questi mesi. Noi di PcGenius, ci abbiamo provato ma non essendo giuristi potremmo anche aver sbagliato qualcosa, quindi per questa volta abbiate pazienza.
La suddivisione geografica del territorio nazionale si è resa necessaria per evitare di sovrapporre le frequenze nazionali a 700Mhz con i territori confinanti l’Italia oltre ai rilasci di alcune frequenze interessate alla modifica (CH 50, 51, 52 e 53).
Negli articoli dei decreti che verranno citati successivamente si suddivide l’Italia in aree (1A, 1B, 2, 3, 4) e in aree ristrette (A,B,C,D) rispettivamente tali distinzioni prendono il nome di “Tabella 4” e “Tabella 5“, quindi:
Suddivisioni Geografiche
Suddivisione iniziale (c.d. tabella 4):
Area | Regioni |
---|---|
1a | Sardegna |
1b | Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania |
2 | Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia tranne la provincia di Mantova, provincia di Piacenza, provincia di Trento, provincia di Bolzano; |
3 | Veneto, provincia di Mantova, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna tranne la provincia di Piacenza; |
4 | Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata; Abruzzo, Molise, Marche. |
Esiste poi un’ulteriore suddivisione geografica per quelle provincie che confinano con altre nazioni, questa categorizzazione prende il nome di “aree geografiche ristrette” basata su province,
Suddivisione per aree ristrette (c.d. tabella 5):
Area Ristretta | Provincie |
---|---|
A | Imperia, Savona, Genova, La Spezia, Massa Carrara, Lucca, Pisa, Livorno, Grosseto, Viterbo, Roma, Latina, Oristano, Sassari; |
B | Verbania-Cusio-Ossola, Vercelli, Biella, Novara, Varese, Como, Lecco, Milano, Lodi, Monza-Brianza, Pavia, Cremona, Bergamo, Piacenza (e aree di copertura degli impianti di Malles Veonasta, Plan De Corones, Brennero, Vipiteno Valle Isarco, San Candido, Prato alla Drava, Alta Venosta, Curon Venosta e Solda) |
C | Trieste, Gorizia, Pordenone, Udine, Venezia, Treviso, Verona, Vicenza, Rovigo, Padova, Mantova, Bologna, Ferrara, Forli-Cesena, Modena, Ravenna, Rimini, Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Pesaro Urbino, Chieti, Pescara, Teramo, Campobasso, Foggia, Bari, Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Taranto, Lecce, Matera, Cosenza, Crotone, Catanzaro, Reggio Calabria; |
D | Trapani, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Catania. |
conosciute le aree e le relative tabelle è possibile cercare di comprendere il cronoprogramma ministeriale, che si basa su PNAF (Piano Nazionale Assegnazione Frequenze), sulle decisioni in materia dell’Unione Europea e dai vari decreti ministeriali che vengono divulgati di volta in volta.
Il DM del 19 Giugno 2019 individua nell’art 4 comma 1-3 e nell’articolo 5 le attività da inserire nel cronoprogramma ministeriale.
Cronoprogramma
Il cronoprogramma aggiornato a DM del 30 Luglio 2021 tali attività vengono condensate in due momenti transitori per gli operatori televisivi italiani:
- [I] Prima, terza e quarta attività: rilascio graduale nelle varie aree della banda 700 e il conseguente posizionamento delle emittenti sulla frequenza sub700. Coinvolge solo la tabella 4.
- [II] Seconda attività: lo switch-off di tutte le aree per i canali UHF 49 e da 54 a 60, coinvolge solo la tabella 5:
- II.a: multiplex CH 30
- II.b: requenze in banda VHF + UHF del multiplex contenente l’informazione regionale del concessionario del servizio pubblico
- III.c: frequenze di operatori nazionali in banda 700MHz e in banda VHF in multiplex differenti dal multiplex contenentel’informazione regionale del concessionario del servizio pubblico
La prima fase è iniziata il 15 novembre 2021, la seconda il 15 ottobre 2021, entrambe termineranno il 30 giugno 2022.
In conclusione si avranno le seguenti scadenze:
Fase | Intervallo temporale | Area coinvolta |
---|---|---|
I | 15 novembre 2021 – 18 dicembre 2021 | 1A |
I | 3 gennaio 2022 – 15 marzo 2022 | 2 |
I | 1 marzo 2022 – 15 maggio 2022 | 3 |
I | 1 maggio 2022 – 30 giugno 2022 | 1B |
II.a | 15 ottobre 2021 | 1,2,3,4 |
II.b | 3 gennaio 2022 – 10 gennaio 2022 | 1A |
II.c | 1 maggio 2022 – 30 giugno 2022 | 1,2,3,4 |
Perché tutti stanno parlando dell’8 Marzo in relazione al digitale terrestre?
Dall’8 Marzo alcuni canali sono passati all’alta qualità, ciò significa che i relativi emittenti hanno cambiato la codifica MPEG-2 in favore della più recente MPEG-4. I decoder e/o le televisioni che non supportano il nuovo standard non riusciranno a sintonizzare i nuovi canali anche a seguito di una nuova scansione delle frequenze.
Per alta qualità non è detto che si parli di risoluzione FullHD, qui purtroppo casca l’asino. Quindi attenzione al marketing che alle volte potrebbe risultare ingannevole.
Il listino in alta qualità al momento è composto da:
LCN | Canale |
---|---|
1 | RAI 1 HD |
2 | RAI 2 HD |
3 | RAI 3 HD (eccetto trasmissioni regionali) |
4 | RETE 4 HD |
5 | Canale 5 HD |
6 | Italia1 HD |
8 | TV8 HD |
9 | LA9 HD |
31 | RealTime HD |
33 | FoodNetwork HD |
38 | Giallo HD |
52 | DMAX HD |
56 | HGTV – Home & Garden HD |
59 | Motor Trend HD |
Chi non dovesse riuscire a visualizzare i canali in HD, almeno per il momento può tirare un sospiro di sollievo: i canali RAI SD vengono trasmessi dall’LCN 501, i canali Mediaset SD si trovano a partire dal 101. La dismissione totale dei canali “obsoleti” avverrà entro il 31 dicembre 2022 (DM 21/12/2021).
Compatibilità e test: cosa fare per sapere se si è pronti alla tv del futuro?
Per scoprire se la tv o il decoder attualmente in uso sono compatibili con le novità in arrivo è possibile sintonizzarsi sui canali 100 e 200 del Digitale Terrestre. Se appare una schermata blu con un riquadro bianco riportante la dicitura Test HEVC Main10 allora nessun pericolo.
In ogni caso, dato che il buon Michele ha già ampiamente parlato di questo discorso vi consiglio di leggersi il suo articolo in merito alla questione.
E se la mia tv non è compatibile?
Se la televisione e/o il decoder in uso non sono compatibili con le novità in arrivo ci sono più strade che si possono seguire, più o meno drastiche.
- Passare a tivùsat, ovvero usare la televisione pubblica satellitare per recuperare i canali persi con il nuovo digitale terrestre;
- Comprare una nuova televisione o un nuovo decoder
- Non guardare più la tv per i canali in diretta e passare ad un approccio streaming basato sui principali servizi di intrattenimento che comunque includono Rai e Mediaset oltre alle note Netflix, Amazon, Disney e, come si dice dalle mie parti, compagnia cantante.
Passare a tivùsat
Per passare a tivùsat è necessario disporre di una parabola satellitare direzionata verso il satellite 13° EST Hotbird, per intenderci è lo stesso che usa Sky e sì, è possibile – con alcuni accorgimenti – usare Sky e tivùsat contemporaneamente sullo stesso impianto.
Serviranno poi una televisione o un decoder con slot in grado di usare lo standard DVB-S2 (no dalla innovazione non si scappa). Infine è necessario comprare una cosiddetta CAM e la relativa smarcard da inserire nello slot per poter visionare in chiaro anche i cosiddetti canali criptati.
Questa soluzione con un impianto compatibile non è dispendiosa e non richiede abbonamenti, l’acquisto della smartcard+CAM non supera i 110€ (per la versione 4K) e potrebbe portare anche qualche piccola chicca con se: come ad esempio la possibilità di guardare Rai 1 4K (esclusiva, per l’appunto della trasmissione via satellite).
Comprare una nuova televisione o un nuovo decoder
Se si è saldamente convinti che il digitale terrestre deve rimanere un alleato fidato allora l’unica via è quella di comprare una nuova televisione o in alternativa un nuovo decoder. Alcuni potrebbero proporvi la sola tv ma in realtà nulla di vieta di dotarsi del solo decoder risparmiando un bel po’ di soldi.
Se la scelta dovesse ricadere sulla televisione non fatevi problemi a scegliere quella che più vi aggrada in negozio, dal 2018 sono tutte compatibili con DVB-T2/Mpeg-4.
Passare alla televisione on-demand in streaming
In alternativa è anche possibile mandare tutto in malora, passatemi il francesismo. Se la televisione è già smart allora potrete già avere accesso ad una caterva di applicazioni per guardare il vostro film del cuore o la competizione della propria squadra preferita. Se la tv non è compatibile torniamo punto e a capo: nuova tv o nuovo decoder. In entrambi i casi avrete il beneficio che abbandonato il zapping potrete trarre giovamento nell’avere sempre a disposizione tutto il catalogo audiovisivo che volete.
E attenzione: tramite RaiPlay e MediasetPlay (giusto per citarne le più note) potrete approfittare anche dei canali live normalmente trasmessi in chiaro sul digitale o sul satellite, solo che risulterà un po’ più farraginoso però il risultato è lo stesso.
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E lo stato che fa?
In tutt’altro contesto De Andre direbbe che “si costerna, s’indigna, s’impegna poi getta la spugna con gran dignità” ma non è questo il caso. Sono stati infatti attivati dei bonus per aiutare le persone a cambiare televisione o decoder (sono cumulabili):
- BONUS TV DECODER: ci accedono le famiglie con un ISEE inferiore a 20.000€ e consiste in uno sconto, una tantum, di 30€ su una nuova tv o decoder compatibile. [Leggi i dettagli]
- BONUS TV ROTTAMAZIONE: ci accedono tutti, consiste nel rottamare una televisione non compatibile per avere indietro uno sconto del 20% (con un massimo di 100€ di sconto) per l’acquisto della prossima tv o decoder [Leggi i dettagli]
Combinando i due bonus è possibile arrivare ad uno sconto di 130€ che pur non essendo tantissimi sono comunque sufficienti a coprire almeno di apparati moderni super estremamente economici (cercando ho trovato delle televisioni 4K di Xiaomi sotto i 350€, giusto per fare un esempio).
Zone di confine: è possibile scegliere che TGR guardare
Forse non è un’informazione molto conosciuta ma è sempre possibile che TGR guardare su RAI 3, sopratutto in seguito all’8 Marzo.
- Risintonizzando i canali televisivi e creando un nuovo elenco verrà chiesto che TGR mettere all’LCN 3.
- É sempre possibile, in alternativa, scegliere di spostare il canale del TGR della propria regione dal 801 al 823 al 3.
Nello specifico i TGR delle singole regioni sono disponibili alle seguenti numerazioni:
- 801 – Valle D’Aosta
- 802 – Piemonte
- 803 – Liguria
- 804 – Lombardia
- 805 – Veneto
- 806 – Bolzano
- 807 – Trento
- 808 – Sudtirol
- 809 – Friuli-Venezia-Giulia
- 810 – Furlanija Krajina
- 811 – Emilia-Romagna
- 812 – Toscana
- 813 – Marche
- 814 – Umbria
- 815 – Lazio
- 816 – Abruzzo
- 817 – Molise
- 818 – Campania
- 819 – Puglia
- 820 – Basilicata
- 821 – Calabria
- 822 – Sardegna
- 823 – Sicilia