Cos’è il cloud? Come funziona? Ma soprattutto, perché non riusciamo più a farne a meno?
Ne sentiamo spesso parlare come di una entità misteriosa, le cui funzionalità sono sconosciute ma che alla fine in un modo o nell’altro usiamo tutti.
In questo articolo non vi spiegherò come utilizzare iCloud, GSuite o una schiera di possibili altri servizi che trovate online per salvare foto, video, sincronizzare contatti o qualsiasi altra cosa che vi possa venire in mente.
Vi parlerò del “dietro le quinte”, di come servizi come questi funzionino, cosa permette di renderli fruibili a tutti e di cosa sia il “vero” cloud, quello in cui tecnici come me lavorano tutto il giorno.
Indice
Privato, pubblico o ibrido?
Partiamo dal principio e diciamo che ci sono diversi tipi di cloud, a seconda del contesto in cui viene utilizzato, come è composto e da chi ne è il proprietario.
Pubblico: è il cloud messo a disposizione da dei “provider”, ovvero aziende che rendono disponibili risorse di calcolo, archiviazione e servizi dedicati attraverso internet. Un esempio di cloud pubblico è [Azure], il cloud pubblico di Microsoft, oppure [AWS], il cloud di Amazon (già, Amazon non vende solo beni fisici )
Privato: è il cloud composto sempre da risorse di calcolo e archiviazione ma ad uso esclusivo delle aziende proprietarie delle risorse.
Ibrido: come suggerisce il termine è il cloud composto dalla somma dei due precedenti e lo ritroviamo in contesti in cui le aziende non vogliono condividere determinate informazioni i provider per motivi di segretezza o per poter sfruttare maggiore potenza di calcolo senza rinunciare alla flessibilità di avere dei servizi più critici in locale.
In questo articolo (e nei prossimi), per motivi di praticità, parleremo sempre del cloud inteso come cloud pubblico.
Dov’è il cloud?
La risposta ovvia è “ovunque”, infatti basta un browser web per potervi accedere. Questa infatti è uno dei grandi benefici di utilizzare il cloud: ovunque siamo, il cloud c’è sempre.
Per dare, però, dei riferimenti di natura “spaziale”, il cloud risiede in molteplici datacenter ([Cos’è un datacenter]) sparsi in giro per il mondo che assicurano la continua disponibilità di risorse e di connettività anche in casi di catastrofi naturali o eventi di rilievo. Ad esempio, nel caso di Azure, ci sono più di 60 Datacenter sparsi in giro per il mondo, disposti in maniera da poter garantire il servizio alla maggior parte degli utenti, in qualunque Paese essi si trovino (con qualche eccezione).
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Chi può usarlo?
Il cloud possono usarlo tutti, aziende o privati, che abbiano disponibilità economica.
Nella maggior parte dei casi, infatti, il cloud si paga a consumo, in base cioè a quanto di una determinata risorsa utilizziamo considerando il tempo, in determinati casi lo spazio occupato e le possibili licenze necessarie.
Prossimi episodi
Nei prossimi articoli spiegherò alcuni dei concetti utili per chi vuole utilizzare il cloud e cimentarsi nell’utilizzo delle risorse.
Parleremo soprattutto di Azure, dei suoi nuovi oggetti e di come utilizzarli al meglio per creare nuovi progetti o convertire soluzioni già esistenti al cloud.
Autore dell’articolo: Filippo Carraro