Gli studenti e la smart education ai tempi del coronavirus

L’emergenza da coronavirus ha portato molte famiglia a stravolgere completamente la propria routine quotidiana. C’è chi ha iniziato a lavorare in smartworking da casa e chi invece ha continuato a fare ciò che faceva prima senza sapere come accudire i propri figli. Chi invece ancora studia o insegna ha scoperto ad esempio che nel bene o nel male l’istruzione digitale non si ferma alla LIM o al Registro Elettronico.

Nell’articolo di oggi vorrei soffermarmi a fare quattro chiacchiere insieme a voi, in quello che il mio amico Michele ha chiamato il PcGenius Café, per parlare della Smart Education, ovvero dell’istruzione digitale remota che insegnanti, genitori e studenti hanno iniziato a vivere in questo periodo.

Il 6.1% dei ragazzi trai 6 ed i 17 anni vive in nuclei dove è disponibile almeno un computer per componente

Fonte Istat – da La Repubblica 06/04/2020

In università

Personalmente vi parlo da studente pendolare universitario di Informatica che a casa si è ritrovata relativamente bene.

Il mio problema è stato il “dentro” più che il fuori visto che nel “mio mondo” ho tutti i comfort e le distrazioni che in classe o in biblioteca non avrei avuto. Questa situazioni mi ha portato a rivalutare le convinzioni che avevo verso lo studio a casa: ero convinto (visto che sono pendolare) che avendo il tempo di studiare in pace avrei potuto preparare meglio i miei esami invece così non è stato proprio a causa della mia “comfort zone”.

black swivel chair beside rectangular brown wooden desk

Esami Online

[…] sono sospesi i servizi educativi per l’infanzia di cui all’art. 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, e le attività didattiche in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché la frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, di corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per anziani, nonché i corsi professionali e le attività formative svolte da altri enti pubblici, anche territoriali e locali e da soggetti privati, ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 26 [20A02352] Art 1 Comma 1 Sottocomma K

Gli esami fino ad adesso sono stati pochi perché in quanto appelli straordinari dell’ultima settimana di Febbraio che inizialmente avevo dato per persi vista la chiusura dell’Università.

Ho potuto affrontare, ad Aprile con modalità assestanti me nuove, due diversi esami online: il primo era un orale che si è tenuto sul sistema Moodle (da noi si chiama e-learning) dell’Università, il secondo invece in teleconferenza con i colleghi ed i professori della commissione su Microsoft Teams.

L’esame Orale

Il sistema con Moodle ha permesso di avere a disposizione una videochiamata 1 ad 1 con il professore e l’assistente aggiungendo una “lavagna digitale” dove era possibile annotare le formule, i grafici ed in generale tutte le risposte che avessero bisogno di una conferma scritta. Qui è andato tutto relativamente bene (imbarazzo parte) avendo a mia disposizione un iPad 6th con Apple Pencil mi è bastato acconsentire all’uso della videocamera integrata e del microfono per parlare con la commissione.

Non ci sono stati problemi di connessione probabilmente perché il collegamento era limitato alla commissione, a me in quanto candidato e ai colleghi che avrebbero dovuto sostenere l’esame dopo di me. Ero un po’ terrorizzato per il funzionamento del pennino su un sito web anziché un’app ma per fortuna si è risolto tutto per il meglio.

person writing on brown wooden table near white ceramic mug

L’esame Scritto

Il secondo esame invece è stato più traumatizzante: eravamo in 75 circa a sostenere un esame su Microsoft Teams. Per partecipare ci è stato chiesto di avere una webcam ed un microfono a disposizione e di mantenere sempre accesa la webcam, di garantire il funzionamento di un dispositivo per l’acquisizione dei documenti testuali (smartphone o scanner ad esempio) e di esercitarci a caricare sul sistema Moodle che ho nominato prima dei file di prova che simulassero il nostro successivo materiale scritto.

Questo esame come dicevo è stato più difficile da sopportare non per la materia (non è argomento di discussione in questo articolo) ma per tutte le regole che dovevamo seguire per poter partecipare.

Un esempio banale è stato quello di fare il possibile per far inquadrare me e, contemporaneamente, il foglio su cui dovevo scrivere: è fattibile solo se ho a mia disposizione una webcam portatile, purtroppo questa regola ad esempio ha portato all’esclusione di almeno 3-4 persone che avendo a disposizione un portatile o un computer fisso non hanno potuto assicurare il giunto inquadramento della videocamera.

Un secondo banalissimo esempio è dato dalla qualità della connessione: personalmente vivo nella periferia di una piccola città nel nord-est, sono allacciato in FTTC alla linea fissa e quindi non ho avuto problemi di velocità di download o upload, altri invece hanno avuto la connessione ad intermittenza e qualcuno ha dovuto addirittura riavviare Teams per continuare la prova e sperare di farlo nel minor tempo possibile per non vedersi invalidare la prova.

Infine, per concludere l’aneddoto c’è stato il problema alla consegna: chi aveva lo scanner lento, chi ha fotografato il foglio ma l’immagine era in un formato non accettato dal Moodle chi ancora per quella benedetta connessione lenta ci ha messo semplicemente più tempo a caricare i file. Insomma permettetemi di dire che l’esame è andato come è andato ma sono grato di aver avuto modo di vedere – in anticipo (rispetto alla sessione ordinaria) – questa cosa degli appelli online così da essere pronto psicologicamente a quello che dovrò affrontare nel periodo estivo e nel mese di settembre.

Nel 2018 l’Italia si è piazzata 43° nella classifica che catalogava le nazioni con la maggior velocità di download media. Nel belpaese un film in HD di 5gb si scarica in media in 45 minuti a circa 15.1mbps

Fonte Euronews

Lezioni a Distanza

Poi ovviamente ci sono le lezioni online, anche qui ci sono stati alcuni problemi ma limitati. Nel mio Corso di Studi non ho avuto alcun problema con i professori che a loro modo hanno tutti fatto il possibile per venirci in contro. Le lezioni sono registrate ed il fatto di poterle guardare in un secondo momento è un qualcosa di meraviglioso per chi come me in classe ha avuto sempre problemi a stare al passo con gli appunti.

L’unica pecca è sempre la stessa e che non mi stancherò mai di dire: non tutti sono tecnologicamente pronti ad affrontare le lezioni a distanza. Ci sono professori che semplicemente avendo una certa età non sono abituati ad usare il computer, altri che non hanno ricevuto una formazione idonea, altri ancora che senza un regolamento hanno dovuto improvvisare. Gli studenti invece non sono tutti a Milano Centro, chi vive in periferia o in campagna, in montagna non è detto che abbiano una buona connessione e nel caso dell’università va detto che gli studenti fuorisede non è detto che abbiano a disposizione nemmeno il proprio dispositivo di fiducia magari lasciato a casa nella fretta e che per il lockdown della fase uno non sono mai riusciti a recuperare. In questi mesi insomma ognuno ha fatto il possibile per arrangiarsi con quello che poteva.

Da studente una cosa posso dirla, anche se non mi riguarda personalmente perché per mia fortuna nessun professore ci sta riempendo di compiti e di consegne: non è come prima, non stiamo vivendo un periodo di normalità, per favore non trattateci come se tutto stia andando per il meglio. C’è chi dopo un po’ inizia a fondere perché tra consegna questo, studia quello nel mezzo fai quest’altro non riesce starci semplicemente dietro, non c’è più una divisione tra periodo a scuola / università e periodo a casa. É sempre un sono a scuola: non c’è una distinzione netta tra momento studio, momento relax e momento xyz. La monotonia delle giornate della fase uno ha questo grande contro ed il problema è che visto da fuori può sembrare solo il pelo nell’uovo non una voragine dalla quale è difficile scappare.

Una famiglia su tre in Italia non possiede un pc o un tablet in casa..

Fonte Istat

Al Liceo

Qui non ho pareri in merito, ho solo qualche amico che deve affrontare una delle sfide più difficili che possa capitare all’età di uno studente liceale: l’esame della maturità. Qui i ritmi sono serrati certo, dopotutto ricadiamo in parte nella scuola dell’obbligo. Gli orari delle lezioni, delle verifiche e di tutto ciò che ne deriva è molto più fitto e costante. Da universitario posso dirvi che in un certo senso è un pro e non un contro, ma capisco chi non la pensa come me, degustibus.

Per questa parte di chiacchierata voglio raccontarvi cosa mi hanno riferito alcuni miei amici che vivranno la maturità proprio tra qualche settimana.

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Lezioni a distanza

Al contrario dell’Università i Licei risultano essere meno organizzati. Ci sono classi che hanno gli orari fissi e che quindi magari sanno di avere la lezione sempre alle stesse ore ed altre invece che sembrano essere gestite un po’ alla buona tramite avvisi o inviti a partecipare alle lezioni che possono essere inviati dall’insegnante di turno anche qualche decina di minuti prima che la lezioni cominci.

Mi è stato detto che ogni scuola ha fatto la sua scelta: il mio vecchio liceo ha scelto Google Classroom e ha deciso di assegnare ad ogni studente un indirizzo email personalizzato così da avere un canale di comunicazione “ufficiale” con ognuno di loro.

Una delle principali criticità che mi è stata riferita riguarda il voto di comportamento che tiene conto della partecipazione dello studente alla lezione, un po’ come avveniva in situazioni standard in classe. La differenza è che alcuni studenti ed alcuni insegnanti possono essere più o meno flessibili nel gestire – anche a livello di mezzi e capacità – la crisi in atto. Faccio qualche esempio: chi ha il microfono rotto, la stampante fuori uso o una connessione ballerina può risentire molto di questo tipo di valutazione che non considera casistiche facilmente realizzabili come queste.

Poi c’è il discorso compiti per casa che per chi ha gli orari dinamici possono essere un vero macigno da portare sulle spalle: orari che non combaciano, orari di studio recuperati dove possibile e compiti magari fatti alla buona per la mancanza di tempo.

Un altro aspetto sicuramente importante da approfondire e che ho cercato di capire è il dialogo con i professori che più o meno avviene per email e sulle app di messaggistica come Whatsapp e Telegram. Tra compagni invece ci si parla sul gruppo di classe come chiunque credo abbia fatto da qualche anno a questa parte.

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Verifiche Online

La mia chiacchierata poi si è spostata su un punto cruciale: come vengono fatte le verifiche agli studenti in tempi di pandemia? Sempre, almeno in questa scuola, con Google Classroom e con l’appoggio a piattaforme esterne come Google Moduli e Socrative (un portale fatto apposta per valutare classi di studenti). Purtroppo non esistono modi efficaci per garantire che nessuno copi e quindi qualche sgarrata è molto semplice da effettuare, però questo è un altro discorso che personalmente ripudio dal profondo (chi mi conosce lo sa molto bene).

Di solito si inizia su Classroom e da lì vengono comunicate le modalità della prova, i link di accesso e così via. Durante la prova a seconda del docente in questione potrebbe essere necessario dover mantenere accesi microfono e webcam, altre volte basta solo la seconda. Diciamo che finché si tratta di qualche persona è un conto, poi quando si fa un certo numero ad avere i microfoni accesi provoca una risonanza tale da rendere difficile mantenere le cuffie o gli altoparlanti accesi.

Nel 2018 il 73.3% delle famiglie e il 94.2% delle imprese italiane ha fatto accesso a internet con banda larga (velocità minima 30mbps in download)

Fonte: Agensir.it dal report “Cittadini, imprese e ICT” diffuso da Istat

I risultati delle prove vengono poi registrati come al solito sul registro elettronico ma con la colorazione blu. I colori nei registri di questo tipo di solito sono tre: verde (prova superata, voto >= 6), rosso (prova non superata, voto <6) e blu (prova indicativa o di recupero, non valida ai fini della media automatica). Forse, dal Ministero dell’Istruzione, non sono state divulgate norme sufficientemente chiare, in ogni caso per un insegnante poi è facile tramutare la tipologia della prova cambiando i voti sufficienti da blu a verdi e gli insufficienti da blu a rossi. Una cosa è sicura, tornando indietro nel tempo mi avrebbe fatto un po’ di impressione vedere il registro tutto blu, immagino che con il passare dei mesi magari non ci avrei fatto più caso ma la mia è solo un’ipotesi.

Nota a margine: le criticità che mi sono state riferite riguardano principalmente i momenti dedicati allo studio, la mancata preparazione degna di tale nome per la maturità (visto che dall’alto le informazioni ufficiali sono arrivate solamente oggi), la qualità del sonno e sopratutto, come per me all’università, una mancata distinzione netta tra orario di lezioni, corretto uso delle tempistiche del computer per non compromettere la vista, l’umore e periodo di studio individuale.

Traiamo delle conclusioni

Ora ci tengo a precisare che, come detto prima, ciò che vi sto raccontando riguarda una singola università e nello specifico un solo corso di laurea nonché un singolo liceo d’Italia, altrove le situazioni potrebbero essere diverse e variare come è giusto che sia anche dalla percezione di ogni singolo studente.

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Ciò che manca sono delle regole che nessuno ha saputo prendere per tempo. Io mi sono ritrovato in poche settimane a dover recuperare degli esami che consideravo persi e con delle regole del tutto nuove, lo stesso vale per gli amici liceali ma una cosa è certa: chi la sta vivendo peggio di tutti sono i maturandi.

Mi auguro che se la situazione dovesse proseguire in questo modo vengano fornite delle direttive nazionali per evitare che ognuno faccia a modo suo: come l’organizzazione delle classi, delle verifiche e degli esami.

La mia vecchia professoressa di italiano l’avrebbe chiamato “Patto Educativo“: del tipo “mi dici dall’inizio come fare le cose e io, che capisco la situazione, faccio il possibile per non impazzire seguendo al meglio tutte le regole“. Non dev’essere dimenticato che i liceali vanno da circa 13 anni in su e che ci sposta all’università da circa 19 anni in su. Parliamo di teenager e degli anni che seguono in contesto sociale che non sempre è dei migliori.

Non bisogna neanche trascurare gli insegnanti che magari, proprio per l’assenza di regole si sono dovuti arrangiare con le proprie conoscenze e competenze senza poter approfondire l’utilizzo delle piattaforme digitali e che vista la situazione sicuramente mai vissuta da nessuno di loro si tratta di un qualcosa difficile da gestire e da comprendere.

Non ho parlato delle scuole elementari e medie nonché degli step educativi precedenti non per mancanza di voglia o di spazio ma perché si tratta di argomenti che probabilmente vista la lunghezza di questo articolo è meglio discutere in separata sede. Vi chiedo però, se vi va e vi fa piacere di lascarmi un commento nel box sottostante così posso sapere cosa ne pensate ed avviare una discussione, dopotutto il PcGenius Café serve proprio a questo, no?

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Scritto da Massimiliano Formentin

Sono sempre stato un appassionato di tecnologia, il mio scopo con PcGenius è condividere questa mia curiosità con il mondo intero. Nella vita faccio anche altro: suono il pianoforte e mi occupo di web.