Ora Cervello e Computer possono comunicare direttamente grazie a NeuraLink

Sembrava impossibile, pura utopia e invece, dopo aver lanciato con successo un team sulla ISS tramite un volo spaziale privato ora Musk (quello di Tesla) ci sorprende con Neuralink, un’interfaccia che impiantata nel cervello umano permette all’uomo di comunicare con i computer e le macchine aprendo un settore di ricerca inedito.

Era molto attesa la presentazione di oggi perché poteva essere la fine di un pazzo progetto o l’inizio di qualcosa di straordinario. Dal 2017 Neuralink era al lavoro su un sistema in grado di far parlare uomo e macchine in modo più naturale, se così possiamo dire rispetto a quanto è stato possibile fare fino ad ora.

Musk, oggi ha tenuto la famosa presentazione e chiunque l’abbia seguita probabilmente è rimasto a bocca aperta:

Basta un piccolo foro, circa di 8 mm, nel cranio per impiantare un chip che sarà così “collegato al cervello” con fili più sottili di un capello umano, in grado di trasportare un numero incredibile di dati e di ospitare 3.072 elettrodi per matrice, distribuiti su 96 fili. Gli scopi sono buoni: Musk afferma che nel medio-breve periodo sarà possibile “tornare a camminare, ripristinare la vista o recuperare l’uso della parola” e nel lungo periodo invece vuole trovare una “sorta di simbiosi con l’intelligenza artificiale per stare al passo con le nuove tecnologie”.

La startup ieri ha fatto l’evento non per finanziamenti (158 milioni arrivati di recente, di cui 100 milioni dallo stesso Musk) ma per trovare altri candidati interessati alle ricerche.

Follia? Genio? Pazzia? Forse una combo delle tre cose messe assieme, un misto. Insieme alla realizzazione dei microrobot in grado di aiutare l’essere umano a guarire da lesioni importanti o a combattere i tumori sembra che quel famoso limite tanto dibattuto nei film tra reale e fantasia stia veramente sparendo. L’importante, un po’ come per tutte le scoperte, è queste innovazioni vengano usate a fin di bene.

I test sugli animali sono andati bene, Gertrude – uno dei due maiali aventi un Neuralink installato nel cranio – che inizialmente non voleva muoversi alla fine ha deciso di sgranchirsi le gambe, permettendo così a Musk di mostrare il grafico dinamico ed in movimento che tracciava l’attività celebrale mentre l’animale grufolava nella paglia.

Il dottore Matthew MacDougall ha anche affermato di aver iniziato i primi studi clinici su un piccolo gruppo di esseri umani per il trattamento di paralisi o paraplegia senza dare però spiegazioni su deadline e tempistiche. Entro la fine del 2020 erano attesi i prima via libera per una prima sperimentazione umana che ha moltissimi controlli burocratici e legali da seguire prima di essere approvata.

Che il futuro (bello o brutto che sia) sia inesorabilmente arrivato alla porta?

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Scritto da Massimiliano Formentin

Sono sempre stato un appassionato di tecnologia, il mio scopo con PcGenius è condividere questa mia curiosità con il mondo intero. Nella vita faccio anche altro: suono il pianoforte e mi occupo di web.