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No, su Internet non possiamo dire tutto quello che ci passa per la testa

Sembra quasi scontato e banale sottolinearlo eppure c’è ancora chi in buona o cattiva fede non lo ha ancora capito: internet non è una giungla dove è possibile dire tutto quello che si pensa.

Siamo responsabili di quello che pubblichiamo

Quante volte nella nostra vita ci siamo digitalmente ritrovati davanti ad un leone da tastiera? É una delle più tristi ed incomprese tipologie di utente internet, forse la peggiore di tutte. Si tratta di quelle persone che anziché usare internet col cuore, senza cercare di mediare, criticare con senso civico ed usare toni pacati per portare avanti le proprie discussioni e tesi, decidono invece di lanciare offese, accuse e pensano di passare inosservati, di “essere fighi” e di non andare mai dalla parte del torto.

Mai affermazione fu più inesatta.

É qui che cade il Leone

É vero vanno fatte delle precisazioni ma, a denuncia fatta, è molto difficile che il leone da tastiera si salvi. Ecco perché.

La prima precisazione è che per la moderazione dei contenuti, in linea di massima, è sempre il social a dover intervenire. La loro politica dei contenuti è la prima sponda alla quale un utente può rivolgersi per ottenere giustizia. Purtroppo però, non sempre il Social “modera bene” magari perché aiutato nella maggior parte dei casi da un algoritmo di machine Learning che svolge questo compito al posto del team umano. In certe giurisdizioni però è previsto un tempo certo per la rimozione dei contenuti qualora arrivi una denuncia ufficiale da parte della vittima. Da noi, in Italia, un esempio è la legge contro il Cyberbullismo che prevede la rimozione del contenuto inappropriato entro 48 ore.

La seconda precisazione riguarda la diffamazione, ovvero la reiterazione di un reato previsto dal Codice Penale. Qui casca l’asino, o il Leone in questo caso. Chi studia diritto lo sa benissimo: la responsabilità penale è individuale.

La Diffamazione è penale

Cosa prevede la legge contro la diffamazione? Bisogna rifarsi all’Art. 595 del Codice Penale, che così recita:

Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente(persone non presenti, ovvero non solo assenti fisicamente, ma anche non in grado di percepire l'offesa), comunicando con più persone (2), offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a milletrentadue euro.
Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a duemilasessantacinque euro.
Se l'offesa è recata col mezzo della stampa [57-58bis] o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico [2699], la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a cinquecentosedici euro.
Se l'offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio [342], le pene sono aumentate.

Quindi in sintesi:

  • pena di 1032€ o la reclusione fino a due anni se si integra il reato,
  • pena di 2605€ o la reclusione fino a due anni se il fatto è determinato,
  • pena di 516€ o la reclusione da sei mesi a tre anni se l’offesa è a mezzo stampa,
  • pene aumentate in caso di offesa alle istituzioni.

Ci sono due eccezioni previste dalle legge (art. 21 costituzione):

  • diritto di critica: manifestazione di opinioni che non possono oltrepassare limiti ben precisi costituiti dal rispetto della verità e dell’interesse pubblico
  • diritto di cronaca: diritto a pubblicare tutto ciò che è collegato a fatti e avvenimenti di interesse pubblico o che accadono in pubblico.

E il mezzo stampa?

É che può non sembrare tale ma il Social è comparabile ad un mezzo stampa, questo perché può raggiungere un numero potenzialmente enorme di persone. Brocardi, dal quale abbiamo recuperato le informazioni legali della Legge sulla Diffamazione chiarisce così il mezzo stampa: “La nozione di “stampa” ex art. 1 della l. 8 febbraio 1948, n. 47 è identificata in tutte le riproduzioni tipografiche o comunque ottenute con mezzi meccanici o fisico-chimici, in qualsiasi modo destinate alla pubblicazione, cui si deve aggiungere qualsiasi altro mezzo di pubblicità realizzata utilizzando un qualunque strumento destinato ad un numero indeterminato di persone (si pensi ad esempio ai discorsi in luogo pubblico). Si ricordi che la l. 47/1978 prevede all’art. 13 un’aggravante nell’ipotesi di diffamazione a mezzo stampa consistente nell’attribuzione di un fatto determinato.

Non è tana libera tutti

La liberta d’espressione è regolamentata giustamente dal Diritto di Cronaca e dal Diritto di Critica che però sono saldamente legati a dei requisiti imprescindibili come l’interesse pubblico in senso oggettivo e la non manipolazione dei fatti. Non si può quindi offendere “gratuitamente” qualcuno, far pubblicare fatti di natura personale o manipolare fatti per estorcerne il significato e quindi decontestualizzandoli totalmente.

Attenzione infine a non offendere accusando qualcuno di aver commesso un reato per la quale si è a conoscenza della innocenza dell’individuo: in questo caso non passiamo più alla diffamazione ma alla Calunnia (art. 368 C.P.) che è ben peggio. La giurisprudenza ha chiarito anche che la Calunnia si configura anche solo quando c’è la potenzialità che il procedimento contro la persona offesa venga avviato.

Chiunque, con denuncia, querela, richiesta o istanza, anche se anonima o sotto falso nome, diretta all'Autorità giudiziaria o ad un'altra Autorità che a quella abbia obbligo di riferirne o alla Corte penale internazionale, incolpa di un reato taluno che egli sa innocente, ovvero simula a carico di lui le tracce di un reato, è punito con la reclusione da due a sei anni. La pena è aumentata se s'incolpa taluno di un reato pel quale la legge stabilisce la pena della reclusione superiore nel massimo a dieci anni, o un'altra pena più grave. La reclusione è da quattro a dodici anni, se dal fatto deriva una condanna alla reclusione superiore a cinque anni; è da sei a venti anni, se dal fatto deriva una condanna all'ergastolo.

Se siete dei masochisti non provate ad auto calunniarvi, anche questa pratica è illegale (art. 169 C.P.):

Chiunque, mediante dichiarazione ad alcuna delle Autorità indicate nell'articolo precedente, anche se fatta con scritto anonimo o sotto falso nome, ovvero mediante confessione innanzi all'Autorità giudiziaria, incolpa se stesso di un reato che egli sa non avvenuto, o di un reato commesso da altri, è punito con la reclusione da uno a tre anni [370, 384].

Ha senso pubblicare la propria opinione?

Arriviamo a conclusione dell’articolo con la domande delle domande: sì ha senso pubblicare online, a patto di usare un linguaggio moderato, di agire in buona fede e di essersi informati “un minimo” prima di passare “all’attacco”.

Come oggi abbiamo visto i leoni dietro allo schermo oltre che ad essere innocui una volta stanati hanno anche i ferri corti dal punto di vista legale.

La legge non può rivoltarsi contro di noi a prescindere, non possiamo essere denunciati per diffamazione quando riportiamo i fatti ed esponiamo un nostro parere senza offendere ad esempio un’attività commerciale in una recensione su portali di settori ma possiamo essere accusati di calunnia se ad esempio accusiamo di aver commesso un reato o se, in generale, lediamo la sua dignità agli occhi “dell’opinione pubblica”.

Come ci si difende?

Un ultimo ma non meno importante punto da chiarire è che a volte non è semplice difendersi. Innanzitutto non dobbiamo passare dalla parte del torto offendendo a nostra volta, in questo caso infatti potremo ricevere una denuncia di diffamazione da parte di chi ci ha diffamato. É sana decisione invece quella di salvare più prove possibili e di fornire tutta la documentazione alla Polizia Postale e delle Telecomunicazioni, ovvero l’ente che può aiutarci con le criticità ad esempio sui social media. É anche importante sapere che per il Cyberbullismo ci sono leggi e reati ad-hoc e che l’iter burocratico per la rimozione dei contenuti inappropriati è più veloce rispetto ad altri reati similari.

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Scritto da Massimiliano Formentin

Sono sempre stato un appassionato di tecnologia, il mio scopo con PcGenius è condividere questa mia curiosità con il mondo intero. Nella vita faccio anche altro: suono il pianoforte e mi occupo di web.