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La rete unica si farà: Tim e CdP insieme per AccessCo e FiberCOP!

Prima c’era Telecom Italia a gestire l’infrastruttura nazionale internet dell’Italia, poi c’è stato il progetto Open Access, infine il rebranding che ha portato la pubblica Open Fiber controllata da CdP. L’ultima mossa nello scacchiere delle telco per l’innovazione digitale del paese è la creazione di un gestore indipendente e possibilmente pubblico volto a garantire le stesse condizioni di accesso a tutti gli operatori. Questo ente sembra che sarà un gestore, forse in maggioranza privato ma con controllo pubblico e che si chiamerà FiberCop. Ecco l’ipotetica roadmap che si sta tracciando in questi giorni.

Articolo in aggiornamento

Le notizie riportate nel seguente articolo sono in fase di costante evoluzione. Man mano che arriveranno novità o ci saranno riportate inesattezza aggiorneremo la pagina potrà cambiare per riflettere i cambiamenti del momento.


Aggiornamento 31 Agosto: Tim ha approvato le richieste di CdP anticipate nei giorni scorsi. Il prossimo passo verso la rete unica sarà fondere Open Fiber e TIM per la rete principale e poi creare FiberCop con TIM, KKR, Fastweb e forse Tiscali. Entro il 2021 dovrebbe arrivare la rete unica. Entro il 2025 tutto ciò che ora è FTTC verrà trasformato in rete FTTH. Sembra che il nome della futura società unica sarà proprio AccessCo con la quale FiberCop dovrebbe alla fine integrarsi.

Le parti coinvolte

Al momento la rete in Fibra di TIM è gestita al 100% da TIM e si fa riferimento alla rete che collega le dorsali, le dorsali stelle, le centrali e gli armadi ripartilinee tra di loro. Dall’armadio riparti linea alla casa dell’utente c’è una rete compartecipata dal fondo americano KKR.

TIM1:

  • Vivendi – azionista di maggioranza: 23.94%
  • Cassa Depositi e Prestiti – secondo maggior azionista: 9.89%
  • Paul Elliott Singer: 0.14%
  • Gruppo Telecom Italia: 1.06%
  • Investitori istituzionali italiani: 2.16%
  • Investitori istituzionali esteri: 51.86%
  • Altri azionisti: 11.13%

OpenFiber, nata dal piano BUL, compartecipata equamente da Enel e Cassa Depositi e Prestiti ha una rete wholesale-only a sé in sola Fibra Ottica fino in casa. Ha vinto praticamente tutti i bandi infratel per portare la fibra FTTH dalla centrale alla casa dell’utente. I bandi prevedono il completamento di questa rete più o meno nel 2023 ma i lavori, anche indirettamente per il Covid, sono in ritardo. In ogni caso, OF, ha fatto in 5 anni quello che TIM non era riuscita in tempi molto ma molto maggiori.

OpenFiber2:

  • 50% Enel
  • 50% CdP

Poi c’è FlashFiber, la principale concorrente di OpenFiber per la creazione e la gestione della rete wholesale-only in fibra ottica nelle principale città italiane. É nata anch’essa nel 2016 e dovrebbe coprire più o meno 19 città entro la fine del 2020. La rete da accesso alle offerte commerciali di TIM, in vula di Tiscali e di Fastweb

FlashFiber3:

  • 80% Tim
  • 20% Fastweb

Dove si dovrebbe arrivare

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Ipotesi della transizione secondo l’offerta di KKR

FiberCop – prima parte:

  • TIM 58%
  • KKR 37,5%
  • Fastweb il 4,5%

AccessCO – società finale:

  • Governance Pubblica
  • AD scelto da TIM
  • Presidente scelto da CdP
  • Azionario:
    • TIM 50.01%
    • CdP 19%
    • Altri: KKR, Fastweb, …

Nota bene: Il Governo Italiano ha diritto di veto sulle operazioni delle aziende ritenute strategiche in base all’interesse pubblico. Tra queste aziende troviamo anche Tim. Questo diritto del governo prende il nome di Golden Power e si estende ai seguenti settori: Sicurezza Nazionale, Tecnologia 5G, Energia, Trasporti, Comunicazioni e settori rilevanti ai sensi dell’articolo 4, paragrafo 1, del Regolamento (UE) 2019/452.

Cosa sta succedendo in sintesi

É notizia recente la proposta del fondo australiano Macquarie per comprare il 50% di OpenFiber da Enel, quota su cui Cassa Depositi e Prestiti ha diritto di prelazione. In base a queste regole, CdP potrebbe ottenere una quota di maggioranza in OpenFiber e quindi ottenere una quota maggiore dell’atteso 19% nella futura quotazione di FiberCop. Secondo quanto riportato dal Il Sole 24 ore, Il Fatto Quotidiano, Repubblica e Il Corriere, Bassanini (il presidente di OpenFiber) si ritiene soddisfatto dell’accordo.

Se tutto andrà bene, la rete unica la vedremo solo nel 2021, entro il 2025 dovremmo finalmente vedere disdette le ultime reti FTTC in favore della più veloce e stabile rete FTTH. Il Ministro Patuanelli (Ministero per lo Sviluppo Economico) ha affermato che una parte dei soldi del Recovery Fund (circa 6 miliardi di euro) serviranno infatti a finanziare il piano Banda Ultra Larga.

Tutte queste operazioni potranno comunque andare in porto solo se rispetteranno i paletti che le varie Autorità Italiane ed Europee come Agcom e Antitrust.

La società per la rete unica sarà prima FiberCop che ” consentirà a TIM, Fastweb e agli altri operatori di co-investire completando i piani di copertura in fibra nelle aree nere e grigie del Paese e accelerando l’adozione dei servizi Ultra-Broadband (UBB)”, poi, grazie ad una lettera d’intenti tra CdP e Tim, nascerà AccessCo la società finale, a cui si fonderà FiberCop.

Nei comunicato stampa si legge infatti che

TIM: “Il Consiglio di Amministrazione di TIM  ha approvato e dato il via libera alla firma di una lettera d’intenti con CDP Equity (CDPE) finalizzata alla realizzazione del più ampio progetto di rete unica nazionale (AccessCo) attraverso la fusione tra FiberCop e Open Fiber. Secondo quanto previsto dall’intesa, TIM deterrà almeno il 50,1% di AccessCo e attraverso un meccanismo di governance condivisa con CDPE sarà garantita l’indipendenza e la terzietà della società. A tal proposito sono previsti meccanismi di maggioranze qualificate e regole di controllo preventivo.

CDP: Su proposta dell’Amministratore Delegato Fabrizio Palermo, il Consiglio di Amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) presieduto da Giovanni Gorno Tempini, ha dato il via libera alla firma di una lettera di intenti con TIM Spa finalizzata a dare vita alla società della rete unica nazionale necessaria per l’accelerazione dello sviluppo digitale dell’Italia. Il progetto punta alla nascita di AccessCo, società aperta anche ad altri investitori e destinata a gestire la rete unica nazionale. AccessCo verrà costituita mediante la fusione di FiberCop, società comprensiva della rete di accesso primaria e secondaria di TIM, e di Open Fiber, società dedicata alla fibra ottica e partecipata da CDP e Enel. […] In particolare, l’elevata autonomia e indipendenza della società della rete unica nazionale potrà essere garantita, tra l’altro, da un innovativo sistema di governance societaria, oltre che dal regime regolatorio che sarà definito dalle autorità competenti e che ne assicurerà la terzietà sotto i profili della parità di accesso, delle decisioni di investimento, degli effetti pro-concorrenziali e della elevata qualità degli standard di servizio.


Fondi:
Il Sole 24 ore [12] – Il Fatto Quotidiano [1] – Ansa [1] – StartMag [1] – FibraClick [12]- Corriere Comunicazioni [1]

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Scritto da Massimiliano Formentin

Sono sempre stato un appassionato di tecnologia, il mio scopo con PcGenius è condividere questa mia curiosità con il mondo intero. Nella vita faccio anche altro: suono il pianoforte e mi occupo di web.