Come nasce un App: Lightdrop – Il social per la vita reale

Abbiamo avuto la possibilità di fare una chiacchierata con Gabriele Pangallo: CEO e Founder di Lightdrop. In questo articolo, oltre a spiegarvi in cosa consiste questa nuova piattaforma, andremo ad indagare come nasce un progetto per realizzare un’applicazione mobile!

Cos’è Lightdrop?

Tutto parte dalla volontà di creare un social network per la vita reale. Perché i classici social, come ci ha raccontato  Grabriele Pangallo (CEO e Founder di Lightdrop), hanno problemi quando si parla di instaurare veri e propri rapporti sociali. Già. Perché il compito del social network dovrebbe essere quello di aiutare le relazioni tra le persone, ma non è proprio così. Non è tutto oro ciò che luccica. Perché è tutto il contrario: la gente si isola su queste piattaforme. Ci passa troppo tempo, senza avere poi riscontri nella vita reale. Qual è stata quindi l’idea Gabriele? Costruire un social dove ognuno ha la possibilità di creare delle esperienze. Queste possono essere di ogni genere: un gruppo di studio, un apertivo, una partita di calcetto, ecc. L’unico limite è la “voglia” delle persone.

Come si fa un post su Lightdrop?

Si fa come in qualsiasi altro social, con la differenza che esso è geolocalizzato, e tutte le persone attorno potranno vedere quel post, e decidere se partecipare o meno all’attività organizzata. In questo modo si conoscono persone, si vivono esperienze, in modo facile. L’organizzatore dell’esperienza/evento ha la possibilità di accettare o rifiutare le persone che richiedono la partecipazione. Inoltre può interagire, tramite chat, direttamente con le persone interessate, e capire chi sono. Condividere le proprie passioni, in questo modo, credo sia una delle cose più belle al mondo.

Come nasce un progetto del genere?

Stiamo parlando di un applicazione per dispositivi mobili. Tutto parte dalla creazione di un team. Perché da soli non si va da nessuna parte in questo mondo. Il lavoro di squadra è un aspetto fondamentale. Poi ci sono altre mille difficoltà da affrontare senza paura. Una delle sfide, che Gabriele dovrà affrontare, sarà quella di fare molti utenti in poco tempo. Perché, affinchè questo meccanismo funzioni, ci vogliono molte persone che abbiano un buon spirito d’iniziativa nell’organizzare tutte queste attività. Per cui, se decidete di provare l’app, non fate i timidoni, e aiutate gli sviluppatori! Una volta messe un po di radici qua e là, in tutto il territorio, non sarà difficile diffondere l’app tra tutte le persone. Dopodichè, sarà fondamentale il lavoro della community, per quanto riguarda le segnalazioni. Essendo un social per la vita reale, bisognerà stare attenti a eventi fasulli, o dei fenomeni di stalking, ecc. La diffusione di un’applicazione del genere si può fare in tanti modi diversi, tramite varie sponsorizzazioni. Ad esempio, si può chiedere a un locale di provare l’applicazione per organizzare eventi; oppure si chiede direttamente alle aziende, che vogliono organizzare un raduno, di usare Lightdrop.

Come si guadagna con un’app del genere?

Semplice: con gli account premium. All’interno dell’app c’è un sistema di “gamefication”, ovvero più interagisci con le persone, più sali di livello. Progredendo, sblocchi nuove feature, e con un account premium invece non avrai limiti sin da subito. Ma non solo: immaginiamo il seguente scenario. Siamo un gruppo di amici che vuole organizzare un torneo di videogiochi, e vogliamo mettere una quota per l’iscrizione. Questi soldi non andranno tutti agli organizzatori, ma una percentuale verrà donata alla piattaforma.

Oggi, conta di più saper fare o avere l’idea?

Noi poveri studenti, che un giorno ci vorremo lanciare in un progetto del genere, cosa dobbiamo avere? Secondo Gabriele è importante la visione generale. L’idea è spesso sottovalutata, e si finisce per combinare un bel niente. Ci vuole una strategia precisa. La visione generale, in questo caso, è quella di portare le persone a creare community nella realtà. Le idee nel tempo poi cambiano: se ci vuole un sistema molto complesso di machine learning, per valutare le persone nel sistema, lo si fa. Altrimenti c’è sempre un’altra soluzione. Ma non si deve mai cambiare, nel corso del progetto, la visione: altrimenti ciò che poteva essere una figata, si rivela poi essere una gran cavolata. Tutti falliscono ad un certo punto, è inevitabile. Chi non ha mai fallito, significa che non ha provato a spingersi fino infondo.

Volete provare l’app?

Basta andare sul sito web ufficiale e registrarsi alla versione beta dell’applicazione. Prossimamente ci sarà un simpatico team che vi verrà a fare visita nelle varie univeristà di tutto il territorio Italiano, e che, oltre a farvi conoscere il servizio, potranno rispondere tutte alle vostre domande, e raccogliere tutti i vostri consigli. Inoltre se siete un azienda, o un investitore, interessati al progetto, Gabriele insiste sul fatto che li contattiate!

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Scritto da Michele Falcomer

"Non si può descrivere la passione, la si può solo vivere". Con questa citazione di Enzo Ferrari, vivo la passione per la tecnologia, i videogiochi e il mondo dello sport, sapendo che si vive una volta sola!