Un compito che, tipicamente, viene dato a poche persone, viene invece affidato a una folla, o ad una massa di persone, senza che esse siano selezionate secondo criteri. Potremo riassumere così questo concetto, che in verità è molto più ampio e approfondito.
Indice
Lo scenario del Crowdsourcing
Crowd significa “massa di persone” o “folla”. Immaginiamo questo scenario. Dobbiamo catalogare un migliaio di immagini, perchè vogliamo allenare un algoritmo/programma a riconoscere gli alberi in una fotografia. Come potete intuire, affidare un compito del genere ad una sola persona, all’interno di un azienda, richiederebbe molto tempo, e rischierebbe di far sclerare la persona stessa. Quindi? Beh, facciamoci aiutare dalle persone comuni! Creiamo un posto dove tutte le persone possono mettersi a fare questo lavoro, e raccogliamo tutti i dati. Una piattaforma, ad esempio. O un applicazione web. Sembra una mossa un po azzardata: non sappiamo cosa le persone siano in grado di fare. Non siamo sicuri che le persone usino gli stessi criteri che vogliamo noi, per giudicare un immagine.
Un libro sul Crowdsourcing
Per capire l’efficacia che potrebbe avere una strategia del genere, facciamo uso di un esempio riportato su un libro, che vi consigliamo. Si intitola “La saggezza della folla” di Surowiecki. L’esempio proposto è il seguente: siamo in una fiera, in cui si batte all’asta un bue, di cui non si sa il peso. La cosa più scontata da fare (in assenza della possibilità di usare una bilancia), sarebbe affidarsi ad un esperto macellaio, per stimare il peso dell’animale ad occhio (a ocio, come si dice dalle nostre parti). Ma facciamo finta che il macellaio non ci sia. Quindi, che esperimento è saltato in mente ai battitori dell’asta? Diciamo alle persone presenti di scrivere, su un fogliettino di carta, quanto, secondo loro, fosse il peso dell’animale. Così facendo, le persone non si potevano influenzare tra di loro, mentre si facevano la loro idea. Una volta raccolti tutti i bigliettini, si procedette a calcolare la mediana dei pesi. Il risultato fu che il dato ottenuto, grazie ai bigliettini di tutti, si avvicinava di molto al reale peso del bue!!
Ecco. Questo è proprio il contesto in cui si nasce il crowdsourcing!
Il crowdsourcing consiste nell’affidare un compito, che tipicamente viene dato a una cerchia ristretta di persone, a una massa di persone. Questa folla non deve essere selezionata senza alcun criterio: l’unico prerequisito è che si consideri un insieme molto grande di persone!
Il crowdsourcing funziona?
Ma se tutti sul bigliettino avessero scritto una cavolata, l’esperimento sarebbe fallito.
Quindi il crowdsourcing non funziona? Dipende dalla folla. Si è dimostrato come le decisioni prese da una massa di gente, siano più corrette delle decisioni che può prendere un solo individuo!
In particolare ci sono 4 caratteristiche che la folla deve avere, affinchè il crowdsourcing funzioni:
- Diversità di opinione: le persone devono avere opinioni diverse in merito a quello che si sta cercando di fare;
- Indipendenza: le opinioni devono essere indipendenti, cioè un individuo non deve farsi influenzare dagli altri;
- Capacità personali: le persone hanno delle capacità personali, che nessun altro ha (es: sensibilità, un certo grado di empatia, ecc);
- Aggregazione: Ci dev’essere un modo per poter aggregare tutti i giudizi, e le decisioni, delle persone.
E quindi ci sono anche i casi in cui il crowdsourcing non funziona:
- Omogeneità: se le persone presentano troppa “omogeneità” il crowdsourcing diventa una tecnica inefficace;
- Centralizzazione: è dimostrato che l’organizzazione gerarchica di una società a volte crea danni. Immaginiamoci lo scenario in cui un “normale impiegato” non può fare una certa cosa, perchè deve ascoltare cosa gli dice il capo;
- Divisione: tutti devono poter accedere a tutte le informazioni. Se iniziamo a creare delle divisioni di informazione, va tutto a rotoli;
- Imitazione: lo abbiamo già detto, non bisogna che le persone vengano influenzate tra di loro. Altrimenti si verifica il cosidetto effetto dell’ Information Cascade, fenomeno per cui si viene influenzati dalle scelte che hanno fatto altri che stanno sopra/vengono prima di me;
- Emotività: Non bisogna aver paura di fare le cose in modo sbagliato!
La human computation
Ci sono dei compiti che un calcolatore non potrà mai eseguire. In particolare, con il termine human computation, ci si riferisce proprio a quei processi computazionali che arrivano fino ad un certo punto, ma per proseguire (e terminare) richiedono l’intervento di una mente umana. Possiamo pensare sempre alla catalogazione delle immagini: il computer non sa riconoscere se nella foto c’è un albero, o meno, almeno che non glielo insegniamo noi in qualche modo. Ricordiamo che, un tempo, i calcolatori erano gli esseri umani!
Amazon Mechanical Turk
Cosa centra Amazon adesso?
Amazon Mechanical Turk è la più famosa piattaforma di crowdsourcing attualmente presente in rete. Potete iscrivervi gratuitamente, e sperimentare voi stessi il crowdsourcing. Verrete aggiunti ai cosidetti “worker“, ovvero coloro che si occupano di risolvere i task inseriti dai vari committenti. Verrete ricompensati con una piccola cifra in dollari, che potrete convertire poi comodamente in buoni Amazon.
Non ci potete guadagnare da vivere, ma in qualche momento vuoto della giornata, se vi mettete li, piano piano accumulerete una cifra che vi farà risparmiare sui prossimi acquisti che farete, con i link di pcgenius, su Amazon 🙂