Per l’Europa ambientalista quella la recente votazione sul caricatore unico per i dispositivi elettronici è un enorme passo in avanti seppur si tratti di un accordo provvisorio raggiunto tra le cariche politiche del Parlamento e del Consiglio Europeo.
L’idea è semplice, non solo gli smartphone tanto decantati dall’opinione pubblica, ma anche tablet, e-reader, auricolari, fotocamere, cuffie, console, speaker, tastiere, mouse, portatili e sistemi di navigazione dovranno essere dotati di una porta usb-c. Si tratta di un tema non da poco, le stime dicono che ci sono 11 mila tonnellate di caricatori smaltiti e non utilizzati abitualmente e che il risparmio sull’acquisto di questi accessori inutili dovrebbe corrispondere in tutto a 250 milioni di euro.
Dall’inizio di Settembre 2021 per poi passare ad Aprile 2022 le lotte dell’Europa per creare uno standard per le apparecchiature elettriche che voleva arrivare proprio a questo punto, eliminare il surplus evitando che vengano commercializzati dispositivi incompatibili con lo standard prescelto.
É passata in sordina anche l’introduzione di un armonizzazione della ricarica rapida e dell’obbligo alle compagnie che vendono i dispositivi di fornire una variante con e senza il caricatore così da permettere a chi veramente ne ha bisogno di procedere all’acquisto del dispositivo e dell’accessorio senza problemi.
Ora i prossimi passaggi sono l’approvazione del Parlamento e del Consiglio dell’Unione Europeo che dovrebbe avvenire a breve. Dall’Europa infatti sono così sicuri dell’accordo preso che in un comunicato stampa si legge che la direttiva sarà in vigore entro l’autunno del 2024. Dato che si intende la direttiva nel suo insieme e l’accordo prevede 24 mesi di tempo per permettere ai produttori di adeguarsi ad eccezione per i computer ed i laptop che avranno 40 mesi di tempo sforando quindi il 2024 e arrivando presumibilmente al 2026.
Le critiche a questo accordo sono arrivate principalmente da Apple che da anni commercializza il proprio standard Lightning e da coloro che bollano queste decisioni come inutili o di minore importanza rispetto ad altre tematiche come la crisi sociale, l’inflazione e così via.