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Guerra in Ucraina: una riflessione sulle conseguenze del conflitto per il mondo della tecnologia

daMassimiliano Formentin
4 anni fa
in Extra
Tempo di lettura: 6 minuti di lettura
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Home | Extra | Guerra in Ucraina: una riflessione sulle conseguenze del conflitto per il mondo della tecnologia

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La guerra che sembrava così lontana, un male dimenticato ma mai scomparso, sta arrivando sempre più vicino alle porte del vecchio continente. Mentre la narrazione giornalistica si sofferma, a ragione, sugli andamenti giornalieri del conflitto in corso tra Ucraina e Russia pochi, forse, ancora denotano quali saranno le conseguenze sul mondo della tecnologia in un mondo globalizzato come il nostro.

L’articolo tratta eventi in corso

Il contenuto di questo PcGenius Café tratta eventi in corso. I temi trattati potrebbero essere inesatti o incompleti. Essendo il fact-checking un’operazione estremamente difficile e complessa ci scusiamo con i lettori per eventuali errori. Le fonti sono fornite in fondo all’articolo e sono elencate in ordine di apparizione.

Indice

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  • Cosa sta succedendo
  • Un embargo sempre più probabile
  • Le (possibili) contro sanzioni tra privatizzazioni e sequestri
    • Potrebbero interessarti anche
    • [BeComics Padova 2022] Un altro passo verso la normalità
    • Il rifornimento costa caro? Ecco come scegliere il distributore più economico (senza app)!
    • DVB-T2, MPEG-4 e Nuova Tv Digitale: qual è il punto della situazione?
  • Il nuovo campo di battaglia: la guerra 4.0
  • Il mondo che verrà

Cosa sta succedendo

La guerra è alle porte dell’Europa. L’Ucraina è sotto attacco da parte della Federazione Russia che ha iniziato una cosiddetta “operazione speciale” in soccorso ed assistenza delle Repubbliche delle Doneck e di Lugansk site nella regione del Donbas, nota per i conflitti incessanti che proseguono dal 2014.

In risposta all’aggressione russa il mondo occidentale ha risposto fornendo assistenza militare, economica e finanziaria alla Repubblica Ucraina e impartendo le prime sanzioni alla Russia.

Tra le sanzioni già irrogate, presto, potrebbero aggiungersi l’esclusione della Russia dal sistema SWIFT oltre ad un pesante embargo alle aziende e alle entità russe (anche di natura non economico-finanziaria come invece è attualmente previsto).

Un embargo sempre più probabile

Per il mondo della tecnologia un embargo di questo tipo potrebbe provocare danni davvero consistenti sia per le aziende che per i consumatori occidentali (e non solo, dato che le sanzioni sono pensate per punire le azioni guerrafondaie del governo russo). Basti pensare alle note Kaspersky, Nginx, Parallels ma anche a Plesk e alla bielorussa Acronis.

Kaspersky è una nota azienda che offre soluzioni di sicurezza informatica, è nota anche nel settore retail grazie ai suoi antivirus. Nginx invece è un web server open-source, alternativa o compagno del concorrente Apache, utilizzato nel circa 31% dei siti web. Parallels è un software pensato per i computer Apple e serve a virtualizzate applicazioni Windows fornendo anche la possibilità di eseguire una macchina virtuale completa sul proprio dispositivo. Acronis invece è specializzata in prodotti per la cybersecurity, deployment di sistemi e gestione dello storage per sistemi Windows e Linux.

Il blocco di questi prodotti quindi potrebbe essere disastroso per i clienti in tutto il mondo occidentale, ciononostante non è sempre possibile attribuire in modo sicuro un collegamento tra le varie entità ed il governo russo. Per chi ha scelto di utilizzare queste tecnologie significherebbe dover cercare, o addirittura creare, soluzioni alternative che possono anche non esistere o essere inefficienti.

Le (possibili) contro sanzioni tra privatizzazioni e sequestri

Esiste poi il serio rischio di contro sanzioni, come l’esproprio e la privatizzazione delle società occidentali con uffici, beni o capitali in Russia. Qualora si decidesse di procedere con l’esclusione della Russia dallo Swift (acronimo per il sistema “Society for Worldwide Interbank Financial Telecomunication”) prevederebbe l’impossibilità per chiunque di effettuare transazioni verso la Russia provocando danni sia per i cittadini e le imprese russe che si ritroverebbero completamente isolate dal mondo economico-finanziario estero, sia per i creditori occidentali che non avrebbero più un metodo per riscuotere i pagamenti dovuti che talvolta possono anche essere di importi non di poco conto.

Dal lato dei Social la situazione non è delle migliori: Meta, recentemente, è stata limitata in Russia in violazione alla richiesta, disattesa, del governo di disabilitare i controlli sulle notizie divulgate dalle agenzie di stampa nazionali (il cosiddetto fact-checking indipendente). Sulla falsa riga sono a rischio anche gli altri canali di comunicazione della compagnia, quindi Instagram, Messenger e Whatsapp, oltre ai rivali come Telegram e Signal. A quanto si apprende sintonizzandosi sui notiziari filo-russi o gestiti direttamente dal Governo è sempre più attiva e pressante la propaganda orientale sulla situazione ucraina, è stato ad esempio imposto il divieto di utilizzare parole come “guerra” ed “invasione” e viene invece richiesto l’utilizzo dell’espressione “operazione militare”.

Un ruolo cruciale potrebbero però giocarle le criptovalute, ancora poco nominate nei telegiornali nazionali (italiani). Sono state già utilizzate in passato da altri paesi per evitare le sanzioni occidentali e potrebbero mitigare l’esclusione della Russia dallo SWIFT ma potrebbero anche essere utilizzate dai cittadini russi per evitare di vedersi confiscare i propri risparmi in un sempre più probabile esproprio forzato già preannunciato dal Nikolai Arefiev, vicepresidente della Duma, che ha parlato di una somma pari a 60 trilioni di rubli, o se vogliamo 750 miliardi di dollari, da richiedere ai propri connazionali senza alcuna improbabile soluzione di rimborso futuro.

Il nuovo campo di battaglia: la guerra 4.0

Non mancano, infine, le guerre digitali, quelle non combattute in trincea o nelle sempre più desolate città ucraine ma da dietro uno schermo di un computer. Il governo russo è stato molto attivo in questo tipo di attività contro bersagli in tutto il mondo, recentemente – ovviamente – contro le strutture informatiche ucraine. A fornire un supporto assolutamente rilevante in un quella che potremmo chiamare guerra 4.0 è il gruppo Anonymous che in questi giorni si sta organizzando e assestando per attaccare i siti governativi russi. Di ampia portata mediatica le offensive, riuscite, contro i siti del Cremlino e del Ministero della Difesa, ma a detta di alcune fonti anche dell’Agenzia Spaziale Russa e del Sistema Ferroviario RZD.

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Il conflitto dunque è appena iniziato e sembra essere destinato a durare a lungo, cambiando le sorti del mondo globalizzato ed interconnesso al quale ci eravamo iniziati ad abituare. Le guerre lontane, di sottofondo, in una bolla europea sempre più fragile sono sempre più vicine ed il peso della globalizzazione rischia di far crollare un sistema apparentemente stabile e robusto.

Il mondo che verrà

Potrebbe essere arrivato il momento di valutare se le criptovalute sono sicure o meno, al riparo dai normali meccanismi di regolamentazione – nel bene e nel male – per scoprire se le aziende sulle quali facevamo affidamento ad occhi chiusi fino a ieri, sono così sincere ed oneste come hanno sempre detto di essere. Sicuramente i danni e le conseguenza di una guerra certamente non necessaria saranno evidenti.

Noi semplici cittadini possiamo solo far sentire la nostra voce, esercitare la nostra libertà di pensiero ed espressione e dare un mano attivamente con le molteplici attività di solidarietà verso la popolazione colpita.

Dal punto di vista tecnologico si può fare poco: rimanere informati al meglio delle proprie possibilità (con il consiglio di diversificare le proprie fonti, sfruttando i notiziari esteri e facendo attenzione ai titoli acchiappalike/acchiappaclick). Chi utilizza software, prodotti o soluzioni di aziende russe o possibilmente coinvolte nel conflitto dovrebbe – secondo l’opinione di chi scrive – iniziare a verificare un piano alternativo in conseguenza alle ulteriori misure potenzialmente in arrivo nel corso dei prossimi giorni e settimane.


La foto in evidenza? Si tratta di un’immagine utilizzata dai manifestanti per protestare in Russia contro l’Invasione in Ucraina. Il messaggio enigmatico è stato ricercato proprio per evitare la censura. Si tratta del ritratto di Pushkin, un autore russo, seguito dal numero 7. La didascalia dell’immagine, nel post su Instagram, recita “è solo un’immagine carina”. La soluzione? Il ritrovo dei manifestanti in piazza Pushkinskaya alle 7 di sera del 25 febbraio 2022.


Fonti: Agi – New York Times – ZDnet – Times – Punto Informatico

Tag: PcGenius Café
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Massimiliano è un IT System Administrator con il pallino del blogging, scrivere è una delle due passioni. Nel tempo libero suona il pianoforte e fa volontariato ma spesso aiuta amici e parenti con lo SPID e cose simili. Si sta formando sull'applicazione delle normative in merito al trattamento dei dati personali nelle aziende e nei servizi digitali riguardo GDPR ma anche NIS2.

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