Huawei continua a non passarsela molto bene, mentre in America continua il Ban voluto dal Presidente Trump (che impedisce all’azienda cinese di commerciare beni e servizi ed utilizzare brevetti di aziende statunitensi), in Europa Huawei perde tre nazioni per la vendita, l’installazione e l’utilizzo di apparecchiatura di rete per la nuova rete 5g.
Boris Johnson ed il Regno Unito
Boris Johnson è stato molto chiaro: in UK Huawei per il 5G non è la benvenuta, ne va della sicurezza nazionale del paese. Alcune fonti rivelano che la decisione potrebbe essere una conseguenza dell’inasprimento dei rapporti UK-Cina data la situazione dell’ex-colonia britannica di Hong Kong e dell’ottima amicizia tra Uk e Stati Uniti.
Non voglio una situazione in cui l’infrastruttura nazionale potrebbe essere controllata da un’agenzia di stato potenzialmente ostile. Dobbiamo valutare come procedere con grande attenzione
Boris Johnson, Premier UK
La linea ufficiale è che la decisione è stata presa sulla base del report pubblicato dal GCHQ, l’ente britannico che si occupa propria della sicurezza nazionale del Regno Unito.
La Francia mette un piede fuori dalla porta (ma non la chiude)
La Francia non è stata così drastica come il Regno Unito su Huawei ma sconsiglierà alle proprie aziende di usare le loro apparecchiature di rete. É stato anche introdotto un limite massimo alla durata dei contratti di servizio, potranno durare al massimo otto anni.
Le notizie da oltralpe sono state diffuse dell’agenzia nazionale francese per la sicurezza dei sistemi informatici “ANSSI”. Ecco le parole dell’AD:
Quello che posso dire è che non ci sarà un divieto totale. Incoraggiamo gli operatori che non usano Huawei a non farlo. Per coloro che già lo utilizzano, stiamo rilasciando permessi per un periodo compreso tra i tre e gli otto anni.
Les Echos Guillaume Poupard, AD di ANSSI
L’Italia non fa niente, ma Tim ha preso la sua decisione.
Il nostro paese tra i tre è l’unico a non aver preso una decisione a livello nazionale. Quello che fa “scalopore” è che TIM, azienda privata di telecomunicazioni ma con una percentuale dell’azionario in mano a Cassa Depositi e Prestiti, ha deciso di escludere Huawei dal banco di gara per l’aggiudicazione dei servizi relativi al 5G. La decisione al momento sembra essere valida solo per l’Italia potrebbe presto modificare anche la posizione di Huawei in Brasile dove Tim è presente con la sussidiaria Tim Brasil.
Dal gruppo Telecom Italia fanno sapere che la decisione non è politica ma è da ricondursi ad una diversificazione dei fornitori e quindi ad una strategia puramente industriale.