Quando fu presentato, parlai di Google Stadia con molto entusiasmo. Ma, a dire il vero, tutti eravamo incuriositi di quello che stava succedendo: un colosso come Google pronto a puntare sul business del cloud gaming. La notizia fece ribaltare non poche scrivanie dall’emozione. Ma, a distanza di quasi 1 anno dal suo lancio, Google Stadia non ha portato alcun miglioramento: la piattaforma ha gli stessi problemi che presenta dal giorno del suo lancio. E ora? Cosa sta succedendo?
Google, ma che combini!? 👿😠
Google ha chiuso tutti i suoi studio di sviluppo interni: ciò significa che essa non produrrà videogiochi in esclusiva per la sua piattaforma. Ma, la stessa Google ci ha voluti rassicurare sul fatto che Google Stadia non avrebbe chiuso. La piattaforma avrebbe continuato a vivere grazie alla pubblicazione di tutti i videogiochi più famosi che sarebbero usciti per console e PC.
Ma non è la notizia di cui volevo discutere. Ciò che negli scorsi giorni è successo, mi sembra molto più clamoroso.
Google Stadia: sempre più polemiche e scatta la denuncia!
Mi scuso sin da subito perché non sono un esperto in materie legali, quindi non vi so fornire tutti i dettagli della vicenda. Ma, in poche parole, a New York è stata depositata una denuncia verso Google, tramite una class action.
Cos’è una class action? Queste è la definizione che, secondo me, meglio rappresenta il concetto.
Con il termine “class-action” (azione di classe) si fa riferimento a strumenti di tutela collettiva risarcitoria che consentono di attivare un unico processo per ottenere il risarcimento del danno subito da un gruppo di cittadini danneggiati dal medesimo fatto realizzato da una azienda scorretta.
Fonte classaction.it
Coloro che si sono mostrati favorevoli ad accusare Google per essere stati danneggiati, scrivono:
“Google ha fatto affermazioni false e fuorvianti riguardo alla qualità dello streaming del servizio di Stadia al fine di generare maggiori entrate per la divisione Google Stadia.“
Fonte hwupdate.it
Le “affermazioni false e fuorvianti” si riferiscono al fatto che Google pubblicizza di continuo che la sua piattaforma permette di giocare in 4K, 60 FPS, e HDR, indipendentemente dall’hardware che si ha a disposizione (è sufficiente avere una buona connessione). Ma, a quasi 1 anno di distanza, nessuno ha avuto la possibilità di giocare come Google ha sempre promesso. Si sapeva che queste feature non sarebbero state disponibili da subito, ma i querelanti hanno ragione! Google non può continuare a dire che si può giocare in 4K quando, in verità, non si può: si tratta di pubblicità ingannevole.
Google non è ne la prima, ne l’ultima, a fare una cosa del genere, ma tuto ciò che sta accadendo sta mandando in rovina Google Stadia. Può darsi che all’azienda taiwanese non interessi più nulla di Stadia: ma, in questo caso, devono fare chiarezza verso gli utenti che pagano, ogni mese, il servizio.
C’è anche da sottolineare che questa questione del 4K si sta rivelando un grosso problema per il mondo dei videogiochi: perché si sa che anche le nuove PlayStation 5 e Xbox One Series X NON sono in grado di riprodurre tutti i videogiochi in 4K a 60 FPS, come viene indicato sulla scatola delle console. Anzi: sono 1 o 2 i titoli che funzionano nativamente in 4K (a 30 FPS circa). Gli altri videogiochi sono semplicemente upscalati via software.
E voi che ne pensate di tutto ciò? Il mondo dei videogiochi aveva davvero assolutamente bisogno del 4K? Abbiamo tutti, in casa, una TV, o un monitor, 4K a 60 Hz? Non credo.