Se pensate che l’informatica sia vissuta e cresciuta di soli uomini vi state sbagliando di grosso. In passato sono stati molti i traguardi ed i contributi all’evoluzione del settore IT da parte di donne più o meno famose che purtroppo non sempre hanno potuto ottenere l’adeguato riconoscimento dei propri sforzi.
Nel passato non sono mai mancate
figure femminili rilevanti…
Basti pensare Ada Lovelace Byron nata nel 1815 e morta nel 1851 a 36 anni a preconfigurare il concetto di Intelligenza Artificiale e ad elaborare, in collaborazione con l’ingegnere italiano Luigi Federico Manabrea, un algoritmo per la Macchina Analitica ideata qualche decennio prima da Charles Babbage di cui la Byron fece la conoscenza a 17 anni.
Ma di storie non ne mancano, Suor Mary Kenneth Kekker ad esempio fi una pioniera dell’informatica, laureata in matematica e fisica, prima PhD in Informatica e fondatrice del Dipartimento di Informatica nel College di Bubuque nell’Iowa.
Hedy Lamar nel ’14 e morta nel 2000 fu una diva del cinema ma anche l’ideatrice di un sistema di guida a distanza per siluri ideato insieme al compositore George Antheil che contribuì in modo rilevante sulla sconfitta dei nazisti e che oggi usiamo in correlazione al WiFi e al Gps.
Karen Spärk Jones visse tra il 1935 ed il 2007 e dedicò tutta la sua esistenza al mondo dei computer, fu docente d’informatica a Cambridge e sostenne continuamente l’avvicinamento delle donne nel campo tecnologico. A lei dobbiamo la presenza dei motori di ricerca così come li conosciamo oggi grazie alla funzione di peso td-idf.
L’ultima storia che racconteremo oggi, delle moltissime disponibili, riguarda Radia Perlman, donna nata nel ’51 che tutt’ora si occupa di informatica. Negli anni ha accumulato una laurea in matematica ed un PhD nel prestigioso MIT.
La Perlman è meglio conosciuta come “la madre degli switch” perché contribuì al networking così come lo conosciamo oggi grazie al protocollo spanning-tree essenziale per la comunicazione tra reti complesse.
…eppure sono poche le donne a laurearsi oggi nelle materie STEM, Informatica inclusa.
Su internet bastano poche parole per cercare tutte le donne pioniere, inventrici, ideatrici dell’informatica. Nonostante le figure citate – ad esempio non esclusivo sia chiaro – che possono fungere da ispirazione, sono sempre poche le studentesse che intendono studiare informatica o una delle altre materie scientifiche.
Secondo un report di AlmaLaurea del 2019, le laureate nel settore scientifico ed ingegneristico sono rispettivamente il 30% e 26.3%.
I dati ci raccontano che la poca partecipazione delle ragazze prima alle facoltà e poi alle professioni Stem è la conseguenza di un insieme di fattori. La famiglia condiziona ancora fortemente le ambizioni e le scelte di studio dei ragazzi, i genitori considerano ancora che ci siano materie ‘da maschi’ e altre materie ‘più da femmina’. Si tratta di stereotipi inconsapevoli, che in totale buona fede i genitori tramandano ai figli e che trovano terreno fertile anche tra insegnanti”
Barbara Falcomer, direttore generale di Valore D, associazione di imprese che promuove inclusione ed equilibrio di genere
Si tratta di supportare ragazzi, scuole e famiglie a liberarsi da questi stereotipi per consentire a ciascuno di esprimere al meglio il proprio potenziale
Cosa si può fare per ridurre il gap?
É necessario ridurre il divario per permettere di rendere gli studi STEM più equilibrati, liberi ed equi. Colmare il divario è difficile ma è possibile.
L’unica strada percorribile è la sensibilizzazione con progetti che coinvolgano genitori e studenti, a scuola e non per superare i tabù, i vincoli mentali e gli stereotipi che influenzano negativamente la libera scelta del proprio futuro.
Con il tempo, se si prenderanno le giuste scelte non solo “a parole” ma anche di natura concreta e pratica i risultati si vedranno.
Le associazioni ed i progetti per sensibilizzare le donne all’informatica e alla programmazione non mancano, un esempio è Coding Girls, iniziativa promossa dalla Fondazione Mondo Digitale e dall’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia. Il progetto attivo attualmente a Roma e a Torino coinvolge alcune studentesse delle scuole secondarie di secondo grado locali in percorsi legati alla formazione scolastica e personale attraverso le materie STEM.
Se siete alla ricerca di associazioni che promuovono l’inclusione delle donne nelle materie stem potreste essere interessate/i a Associazione donne scienza, AIDIA, Associazione Donne e Tecnologia, Girls Geek Life e EPWS – European Platform of Women Scientists.
Link Utili: Donne Scienza – AIDIA – Donne e Tecnologia – Girls Geek Life – EPSW