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NFT, la tecnologia che permette di comprare internet

Qualcuno di voi ha mai pensato di acquistare un’opera d’arte? Qualcuno forse c’è ma probabilmente nessuno di voi ha mai sognato di diventare il proprietario esclusivo di un quadro che esiste solo come file jpeg. Ebbene, la casa d’aste Christie’s ha gestito una transazione del genere grazie agli NFT. Il valore battuto è stato di 69.3 milioni di dollari.

Addio Nyan, ci mancherai

Avete presente Nyan Cat? Ebbene non è più un bene della mirabolante comunità di internet. Il meme è stato venduto, sempre tramite NFT alla modica cifra di 300 Ethereum che valgono (o valevano) circa 500.000$ ovvero a poco meno di mezzo milione di euro.

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Cosa sono gli NFT?

NFT è un tipo particolare di token, l’acronimo tradotto sta per Token non volatile. Sfruttando la blockchain ethereum, grazie ai Nifties (sembra che alcuni chiamino così gli NFT), è stato possibile “firmare digitalmente” la GIF rendendo quella venduta l’originale e tutte le altre delle repliche.

La blockchain si presta molto allo scopo. Il suo compito è quello di registrare le transazioni che avvengono al suo interno ma pochi sanno che esistono più reti blockchain e che ognuna ha delle sue particolarità. La rete che gestisce i bitcoin è specializzata in quello, in scambi di bitcoin, e per questo non era adatta ad ospitare i Nifties.

Gli ethereum invece si appoggiano su una rete più espandibile e flessibile che si presta meglio allo scopo, rendendo possibili dei simil contratti digitali. Una concretizzazione di quello che quindi è possibile fare con questo libro mastro è dunque il collezionismo di parti di web.

Con gli NFT, Nifties per gli amici, è possibile acquistare o collezionare una parte del web

Non per forza si compra un’esclusiva come è successo per Nyan Cat: alcune volte si acquista semplicemente una copia del file. Questo è avvenuto e sta avendo per l’opera realizzata da Beeple, Christie’s e Metapurse chiamata Everydays — The First 5000 Days.

Quando si acquista una copia di questo collage di opere si ottiene un file che fa in un certo senso da ricevuta:

Beeple (b. 1981)
EVERYDAYS: THE FIRST 5000 DAYS
token ID: 40***
wallet address: 0xc6b0562605D35eE710138402B878ffe6F2E23***
smart contract address: 0x2a46f2ffd99e19a89476e2f62270e0a35bbf0***
non-fungible token (jpg)
21,069 x 21,069 pixels (319,168,313 bytes)
Minted on 16 February 2021. This work is unique.

Un altro simpatico esempio di cosa si può vendere con gli NFT l’ha dato Jack Dorsey che ad inizio mese ha messo all’asta il suo primo tweet su Twitter, social da lui co-fondato.

Se volete provare a collezionare questo pezzo di storia della rete dovrete sborsare qualcosa come 2.5 milioni di dollari. Potete provarci, se ci riuscite fatemi sapere!

Quando sono nati i Nifties?

Il papà dei Nifties, il protocollo Counterparty, nacque nel 2014 come “moneta colorata” o “layer aggiuntivo” da introdurre nella blockchain bitcoin. Nel Novembre dello stesso anno venne distribuito sia tramite Counterparty che nella fork Dogeparty (sul circuito dei Dogecoin tanto amati da Elon Musk) una valuta non divisibile intitolata MYSOUL.

Dal Counterparty poi si passò, anche se a onor del vero senza una prova assoluta agli NFT più o meno come li conosciamo oggi. Su un gioco chiamato Etheria, una mappa 3D 33×33 che metteva in vendita 457 esagoni dove era possibile apporci sopra dei pezzo di Lego per giocarci a proprio gradimento.

Dal 2015 a qualche giorno fa nessuno si era mai messo a comprare tutti gli esagoni disponibili. Dopo il boom di questo sistema però alcuni utenti si sono messi alla ricerca delle caselle libere su Etheria acquistando tutto ciò che era rimasto invenduto.

E per il futuro?

Chissà cosa mai potrà prevedere la vita per gli NFT. Alcuni ritengono il fenomeno una mera bolla pronta allo scoppiare, altri pensano che sia stato trovato un metodo per far spendere le criptovalute così avidamente accumulate nel corso degli anni dai miners e dagli utenti semplici. Altri ancora pensano invece gli NFT abbiano un grosso margine di miglioramento, potendo garantire l’unicità di un’opera posso fungere anche come da “contratti” e quindi essere utilizzati anche per altri fini.

Non solo arte ma anche moda: se è vero che Gucci ha messo in vendita delle scarpe che si possono indossare solo online allora è possibile che la “prova d’acquisto” possa propria passare attraverso gli NFT o un loro miglioramento.

Magari il passaggio tra virtuale e reale arriverà a breve. Gli NFT potrebbero sostituire gli scontrini, fungere da garanzia o perché no fare da archivio sul passaggio di proprietà di un libro, di un computer e di chissà cos’altro.

Tutto potrà funzionare se i Nifties diverranno uno standard d’uso comune. Un po’ come lo sono i bitcoin per gli acquisti in criptovaluta. Ce ne sono altre, è vero, ma a spingere di più sul mercato sono sempre loro.

Ma servono veramente i Nifties?

Per certi versi sembra che gli NFT siano solo una soluzione ad un problema che nessuno si era mai posto, ma non perché doveva arrivare l’illuminazione a qualcuno ma semplicemente perché la blockchain funge già da archivio delle transazioni che vengono elaborate. É una possibile via da seguire ma probabilmente non è e non sarà l’unica di questo tipo. Si tratta forse di un esercizio di stile di cosa è possibile fare con un mare che viene navigato per le prime volte solo in questi anni. Solo il tempo ci saprà dire la verità.

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Scritto da Massimiliano Formentin

Sono sempre stato un appassionato di tecnologia, il mio scopo con PcGenius è condividere questa mia curiosità con il mondo intero. Nella vita faccio anche altro: suono il pianoforte e mi occupo di web.