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Banhammer di Twitter: limitato Libero e bannato Trump

In casa Twitter non stanno passando ore molto tranquille. Il social è accusato di esercitare troppo potere rischiando di monopolizzare la discussione politica all’interno delle proprie pagine. Dopo il ban del profilo personale di Trump, infatti la palla è passata al quotidiano Libero che si è visto limitato il profilo ufficiale all’interno del social azzurro.


La fine di Trump dai social sembra essere sulla bocca di tutti, per i motivi più disparati, alcuni fanno clamore anche per un recente provvedimento di Twitter nei confronti di Libero che sembra un diretto parallelismo al ban effettuato oltre oceano non molto tempo prima.

Dopo l’insurrezione avvenuta al Campidoglio lo scorso 5 Gennaio, Trump rischia non solo delle conseguenze politiche, ovvero l’applicazione del 25esimo emendamento ed una nuova richiesta di impeachment (ovvero di destituzione dalle funzioni presidenziali) ma anche il discutibile oblio mediatico.

Twitter è infatti il social che ha agito in modo più netto sull’argomento: il profilo di Trump “@realdonaldtrump” è stato bannato definitivamente, di conseguenza sono stati persi i tweet pubblicati ma ovviamente anche la possibilità di farne di nuovi. Ancor più grave è l’azzeramento dei follower che ovviamente non potranno più ricevere aggiornamenti da quel profilo e che difficilmente seguiranno di nuovo tutti in massa un ipotetico nuovo profilo di The Donald.

trump twitter

La discussione a riguardo ha ricevuto moltissime critiche, non tanto inerenti alla possibilità di moderare i contenuti di Trump tanto quanto per la responsabilità attribuitagli dall’opinione pubblica per i fatti del 5 Gennaio. Secondo alcuni, infatti, la moderazione di Twitter è lesiva del diritto d’espressione che dovrebbe soprastare alla policy dei social a cui invece fanno affidamento coloro che appoggiano la decisione del social a sospendere definitivamente il profilo di Trump.\

In questo articolo non entrerò in merito alla correttezza della cosa ma è comunque importante far notare che in America sono attive le etichette e i nickname riservati ai profili istituzionali, ancora tutti attivi e presenti.

governmentenglish
stateaffenglish

Lo è quello di Melania Trump, @FLOTUS, ovvero First Lady of The United States, rimane online l’account di Mike Pence @VP, Vice Presiden, ma lo è anche quello di Trump con nickname @PLOTUS (President of The United States).

trump potus

Dobbiamo quindi fare attenzione a distinguere i profili personali dei politici rispetto a quelli istituzionali. Forse il fatto è passato in sordina dato che molti attacchi a Twitter sembrano far alludere alla chiusura congiunta di ambo i profili di Trump quando invece, come già ribadito, è stato coinvolto solo l’account personale.

L’argomento da ieri sera tocca personalmente anche noi italiani dato che il quotidiano Libero, criticato per la veridicità e la correttezza delle notizie pubblicate, che si è visto sospendere momentaneamente l’account twitter ufficiale senza esplicite informazioni in tal senso. Anche qui l’opinione pubblica si è divisa a metà: chi sostiene Twitter dato che spesso Libero ha scritto tweet di dubbio rispetto delle policy del social e chi condanna l’azione presa verso un organo di stampa ufficialmente registrato secondo la nostra normativa vigente.

Nel momento in cui scriviamo, Libero ha terminato la limitazione dell’account che è nuovamente funzionante al cento per cento.

Io penso che, in paesi democratici, chi si deve occupare di determinati temi non siano soggetti privati o intermediari, ma siano le autorità.

Non è giusto in chiave prospettica immaginarsi una società dove il potere è dato agli algoritmi

Paola Pisano, Ministro per l’innovazione

La libertà di opinione è un diritto fondamentale di importanza elementare con cui è possibile interferire ma attraverso la legge e nel quadro definito dal legislatore, non secondo le decisioni della direzione dei social media

Steffen Seibert, portavoce di Merkel

Le due azioni di Twitter hanno riacceso la miccia nello scontro tra Big Tech e Governi Locali.

Forse, il 2021 sarà l’anno della regolamentazione dei social dopo che nel 2016 e nel 2020 sono stati approvati GDPR e Digital service act, provvedimenti volti a tutelare gli interessi dei cittadini europei rispetto alle decisioni proprio delle grandi compagnie tecnologiche e non.


Fonti: State Affiliated Twitter SupportProteste a Capitol Hill (Wikipedia)RepubblicaHuffington PostIl Fatto Quotidiano

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Scritto da Massimiliano Formentin

Sono sempre stato un appassionato di tecnologia, il mio scopo con PcGenius è condividere questa mia curiosità con il mondo intero. Nella vita faccio anche altro: suono il pianoforte e mi occupo di web.