Il più grande sostegno contro la pandemia covid-19 è sicuramente dato dalla medicina e dalla scienza. Quello che molti non sanno e che alcuni non vogliono sentirsi dire è che anche la tecnologia può giocare un ruolo cruciale in questa pericolosa battaglia.
La tecnologia, in molti sui ambiti che possono anche divagare dall’informatica, potrebbe essere una grandissima alleata per analizzare i dati di chi è stato contagiato, degli spostamenti effettuati, delle zone a densità di popolazione più elevata e così via.
I campi d’azione sono tre:
- Contrasto alla diffusione delle fake news
- Ricerca, notifica ed isolamento dei contagiati
- Analisi statistiche con i BigData
I benefici dunque sono rilevanti e, con il giusto sostegno da parte di privati, pubblica amministrazione ed imprese la situazione potrebbe cambiare notevolmente anche in un periodo relativamente breve.
Indice
Missione 1:
Evitare la diffusione di Fake News
Grazie alla collaborazione con i principali social network, app di messaggistica e motori di ricerca ora è possibile ricevere aggiornamenti attendibili rispetto alle novità delle misure governative, ai dati dei contagi e alle notizie in generate in materia di salute.
Su Facebook ad esempio è possibile accedere al Centro Informazioni sul Coronavirus: lo si può trovare come prima voce del Menu Esplora sulla parte sinistra della piattaforma, nell’app mobile invece la voce risulta essere la prima dentro al menu ad hamburger (per capirci, quello con le tre linee verticali).
Nel Centro troviamo gli ultimi aggiornamenti, i collegamenti alle pagine del social gestiate dalle Organizzazioni Sanitarie Riconosciute ma anche consigli su come affrontare la giornata in casa, la possibilità a partecipare a donazioni ad enti di rilevo nonché alle solite avvertenze utili ad evitare la diffusione del contagio.
Su Instagram se cerchiamo qualcosa di inerente a Covid-19, tramite termini di ricerca come “coronavirus”, “covid-19” vedremo un pop-up che ci avverte che le notizie ufficiali sono disponibili su salute.gov.it, il sito del Ministero della Salute italiano.
Twitter invece nella sezione di ricerca ha dedicato una sezione in evidenza chiamata “Aggiornamenti sulla situazione del Covid-19 in Italia”. Aprendo la scheda troviamo i tweet dalle fonti, anche giornalistiche, accreditate. Inoltre, in modo similare a Instagram anche Twitter mostra una scheda informativa per le ricerche legate al coronavirus.
Telegram
Molto ha fatto anche Telegram. In un recente aggiornamento, l’app di messaggistica istantanea rivale di Whatsapp ha introdotto i canali verificati: ovvero i canali che sono collegati ad una pagina verifica su Twitter, Facebook, Instagram o Youtube. Uno dei canali a beneficiare subito di questa funzionalità è stato proprio quello del Ministero della Salute che conta già oltre 370.000 iscritti.
Whatsapp nella sua ormai eterna lotta alle fakenews ha già da tempo messo in evidenza i messaggi inoltrati rispetto a quelli scritti a mano ed ha introdotto poco tempo fa anche una soglia massima di contatti a cui è possibile inviare, in blocco, un messaggio cercando così di limitare le notizie false ma anche le “catene di Sant’antonio” che tanto spopolano all’interno del servizio.
Su Whatsapp troviamo anche il bot dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, accessibile da qui.
Google, per quanto riguarda il motore di ricerca ha radicalmente cambiato l’aspetto dei suoi risultati di ricerca per “coronavirus” e “covid-19” mostrando una mappa dei contagi nel mondo ed un elenco dei dati delle regioni italiane. Troviamo anche le informazioni utili da conoscere, il re-indirizzamento al sito della Organizzazione Mondiale della Sanità e un menu con le voci “Panoramica” (aperta di default), “Sintomi”, “Prevenzione” e “Cura”. Anche Google ha un sito dedicato, accessibile da qui, con molte risorse utili.
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Missione 2:
Ricerca Notifica ed Isolamento dei Contagi
Il secondo obbiettivo dovrebbe essere quello di tracciare i contagiati da Covid-19 nel pieno rispetto delle leggi sulla privacy. Le normative più stringenti in materia al momento sono in GDPR europeo ed il CCPA californiano.
Screening Preventivo
Apple sul suo sito americano, accessibile comunque anche dall’Italia, ha reso disponibile uno strumento di autodiagnosi rapida sul virus.
É vero che è pensato per i cittadini statunitensi ma i suggerimenti di base valgono anche per noi: collegandoci a Covid-19 Screening Tool potremo avviare un rapido sondaggio in lingua inglese. Al termine il sistema ci dirà se ci conviene allertare i numeri d’emergenza o se è sufficiente l’autoisolamento.
Ovviamente lo strumento non sostituisce i consigli locali e gli obblighi di legge sul territorio comunale, regionale o nazionale ma può comunque essere un valido aiuto. Ci tengo a ricordare che i Numeri d’Emergenza in alcune Regioni Italiane sono stati raggruppati nel NUE 112, altrove è possibile ancora chiamare direttamente il 118, il 112, il 113 e tutte le altre numerazioni d’emergenza
Ricercare i contagiati
La battaglia contro il coronavirus è molto subdola perché il “nemico” è invisibile. Non esistono solo le persone con sintomi ma anche quelle asintomatiche. Questo secondo tipo di casi non vengono quasi mai tracciati e non rientrano nei conteggi statistici perché in queste condizioni non vengono mai fatti i tamponi per conoscere il loro stato di salute. É questo uno dei motivi per cui sono partite le restrizioni in Italia e nel mondo.
Può la tecnologia dirci istantaneamente se qualcuno è contagiato? Purtroppo no, non subito almeno.
Grazie alla nuova collaborazione tra Google ed Apple però potremo fare sogni un po’ più tranquilli: i due colossi dell’hitech stanno lavorando su una tecnologia comune per aiutare le persone a sapere se sono state vicino a qualcuno che è stato contagiato.
Secondo il comunicato stampa di Apple e quello di Google questa nuova tecnologia verrà rilasciata in due grandi fasi: la prima introdurrà un’API (delle funzionalità esclusive da usare nelle app) per gli sviluppatori per permettere ai due sistemi di comunicare e la seconda lancerà un’unica app ufficiale in grado di funzionare in entrambi gli ecosistemi.
Il sistema è relativamente semplice: due persone hanno con se un dispositivo. Entrambe hanno un account e si sono autenticate in qualche modo. Non importa il sistema operativo in uso, quando il dispositivo A ed il dispositivo B saranno abbastanza vicini essi si parleranno e si scambieranno con la comunicazione bluetooth dei particolari messaggi chiamati token. Questi messaggi non sono scritti ne in italiano ne in inglese, parlano binario e sono anonimi. Questo garantisce la sicurezza e la privacy degli interessati visto che non includono dati personali quali nome, cognome, luogo dell’incontro e così via. Quando rientrano a casa i due smartphone si collegano a internet e comunicano al server i propri token e quelli con la quale sono entrati in contatto. Il server invece fornirà una lista dei token appartenenti a casi confermati di Covid-19.
Se i proprietari di A o di B vengono quindi trovati positivi al virus i relativi token verranno segnalati e chiunque sia entrato in contatto con loro da almeno 14 giorni vedrà recapitato sul proprio telefono una notifica che avverte del rischio di contagio e dei prossimi step da fare. In questo modo sarà più facile isolare i potenziali casi pericolosi permettendo una potenziale ripresa delle attività fino ad ora bloccate.
A Maggio 2020 dovremmo assistere al rilascio delle API dedicate agli sviluppatori di applicazioni mobili mentre il rilascio dell’app unica è previsto per i successivi mesi.
Usare i BigData
Le forze dell’ordine che ai posti di blocco devono controllare che l’automobilista di turno sia fuori dalla propria abitazione per i motivi convenuti dalla legge in vigore potrebbero giovare non poco dei Big Data.
Questo termine serve a identificare l’analisi e l’elaborazione di una grandissima mole di informazioni che nella visione d’insieme può dare moltissime conoscenze. Sapere banalmente che in un dato momento una zona risulta molto più frequentata del solito potrebbe portare all’attivazione di controlli su misura.
Oltre a questo ovviamente ci sono tutti i dati statistici che anche dei semplici cittadini possono osservare. Sia Apple che Google in questo caso hanno rilasciato i dati anonimi delle due applicazioni di navigazione, rispettivamente di Apple Maps e di Google Maps. Le pagine di riferimento sono il Mobility Trends Report di Apple ed il Covid-19 Community Mobile Report di Google.
Nel settore delle biotecnologie invece i bigdata vengono usati per studiare la malattia analizzando moltissime cartelle cliniche dei numerosi pazienti in tutto il mondo permettendo così agli scienziati di poter trovare, nel minor tempo possibile, un vaccino da somministrare poi a tutte la popolazione.