5G e antenne bruciate in UK: è ora di fare un po’ di chiarezza

Qualche giorno fa alcune persone in differenti zone del Regno Unito hanno dato fuoco e tentato di abbattere diverse antenne telefoniche in grado di fornire connettività 5G. Secondo diversi di loro la nuova rete mobile è pericolosa, dannosa per la salute ed in grado di veicolare coronavirus e timori ma gli esperti del settore sanitario e scientifico non sono della stessa opinione.

Cos’è il 5G?

La rete 5G è la tecnologia che sta prendendo piede in tutto il mondo e che nei prossimi mesi ed anni scalzerà l’attuale 3G e 4G. Le promesse sono tante: rete molto più veloce, circa 1gbps con tempi di risposta brevissimi quasi vicino allo zero, la possibilità di dare il via alle smart city e all’internet delle cose nonché grosse novità per la guida autonoma, l’assistenza sanitaria remota e molto molto altro.

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Il 5G abbattuto in Regno Unito

Un portavoce di Vodafone UK ha confermato che nelle città di Birmingham e di Liverpool sono state incendiate quattro celle telefoniche dell’operatore britannico.

Come si evince da quanto riportato da Rai News anche nelle MidLands occidentali e nel nord-ovest dell’Inghilterra sono stati segnalati disordini simili.

Le bande utilizzate non sono una novità assoluta

Le frequenze che il 5G andrà ad utilizzare sono tre: la banda N28 a 700Mhz, la N78 a 3.700 Mhz e la N257a 26 Ghz.

La prima banda la N28 non è affatto pericolosa, la stiamo già utilizzando e fino ad adesso nessuno ha mai avuto timori in merito: riguarda il digitale terrestre di prima generazione. Dal 2021 al 2022 ci sarà lo switch al DVB-T2 proprio per liberare lo spettro e garantire l’uso per la rete telefonica di nuova generazione.

Anche la banda N78 non è una novità, era impegnata per le tecnologie della Difesa ma anche per ponti radio, collegamenti satellitari e per la tecnologia WiMax (ovvero la connettività a banda larga offerta per portare internet nelle case non raggiunte dalla Fibra Ottica o dall’ADSL).

La banda a 26 Ghz invece è una novità relativa:

Veniva impiegata in alcuni stati membri dell’Unione Europea per i Radar a Corto Raggio in molti autoveicoli dotati di tal tecnologia. Questo impiego dovrà essere dismesso entro il 1° Gennaio 2022 in favore delle frequenze 76-81 Ghz. Un secondo utilizzo della banda era legato, in alcuni slot della frequenza, a servizi spaziali come le comunicazioni spazio terra EES, il servizio di ricerca spaziale, per le comunicazioni terra-spazio verso i ricevitori di bordo dei satelliti per il servizio fisso via satellite FSS e per le comunicazioni tra i satelliti non geostazionari e geostazionari per il servizio intersatellite (ISS incluso EDRS). Questi servizi non verranno modificati per favorire il 5G ma vedranno rafforzate le tecnologie di schermature per evitare conflitti e interferenze.

La novità sta nella copertura capillare nel contesto urbano: c’è bisogno di molte celle telefoniche per garantire segnale ovunque perché onde di intervalli così ridotte come quelle della frequenza a 26 Ghz sono molto facili da bloccare. Al chiuso sono inutili, basta un qualsiasi ostacolo per bloccarne la diffusione.

Ecco qualche risposta alle molte domande che circolano in rete.

Le radiazioni emesse dalle antenne 5G sono pericolose?

Le antenne 5G emettono radiazioni non ionizzanti sotto il tasso di assorbimento garantito dalle leggi europee stabilito a 2W/Kg.

Le radiazioni non ionizzanti non sono nocive e dato che gli smartphone non si avvicinano al limite di legge possiamo ritenere il calore generato dallo smartphone per connettersi al 5G non cancerogeno e non pericoloso per la salute umana.

É un pericolo il campo magnetico generato dal 5G?

L’Italia ha norme molto stringenti sull’intensità dei campi magnetici. La soglia prevista è di 6 v/m circa contro i valori internazionali che vanno da 26 a 61 v/m. I paesi più virtuosi in Europa dopo il nostro sono Bulgaria, Polonia e Belgio. I peggiori sono Austria, Cipro e Danimarca.

Da noi quindi non c’è un rischio legato al campo magnetico dovuto al 5G.

Possiamo considerare il 5G cancerogeno?

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha inserito il 5G nel gruppo 2B (possibilmente cancerogeni per gli esseri umani). Lo stesso gruppo contiene caffè e sottaceti.

Le ricerche continuano ma non ci sono evidenze scientifiche che provino, sopratutto con i limiti italiani sull’esposizione al campo magnetico limitato a 6v/m e alla SAR di 2W/kg un collegamento tra patologie cancerogene e 5G.

C’è qualche collegamento tra 5G e Covid-19/Coronavirus?

No, non c’è nessun collegamento tra la rete 5G e la diffusione pandemica di Covid-19. Basti pensare che la malattia si è diffusa in paesi dove il 5G non è previsto e anche in nazioni che hanno rimandato l’assegnazione (Spagna, Austria) e la sperimentazione delle frequenze legate alla nuova tecnologia (Iran, Turchia e moltissimi paesi dell’Europa sudorientale).

Perché alcuni social hanno deciso di limitare la diffusione di notizie sulla presunta pericolosità del 5G?

Alcune persone hanno preso per vere pagine di siti web che affermavano con certezza la pericolosità del 5G nonostante l’assenza di prove scientifiche. A seguito del danneggiamento di apparecchiature 5G in Regno Unito alcune piattaforme come Youtube hanno deciso di limitare la copertura organica di questo tipo di contenuti.

I ricercatori sono sicuri al 100% o tra qualche mese cambieranno idea?

Al momento nessuna ricerca avvalorata da tesi scientifiche solide ha portato in evidenza un collegamento pericoloso tra la salute degli esseri umani e rete 5G. Le ricerche però non si fermano e quindi può darsi che nel tempo venga trovata la conferma ai dubbi di molti sui rischi riguardo la salute. La scienza si basa su prove, finché non vengono riscontrate è inutile dare peso a chi afferma deliberatamente il contrario.

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Scritto da Massimiliano Formentin

Sono sempre stato un appassionato di tecnologia, il mio scopo con PcGenius è condividere questa mia curiosità con il mondo intero. Nella vita faccio anche altro: suono il pianoforte e mi occupo di web.